E’ divertente fare i giochini che facciamo noi a tempo perso, occupandoci da dilettanti delle cose che arrovellano da secoli le Grandi Menti. Ipotizzare se e come sia avvenuta l’evoluzione delle specie (bel giochetto davvero questo, basta non prenderlo sul serio), oppure come fondare l’etica sulla pura materialistica ragione umana (arrivando ai paradossi messi in evidenza da Ric).
Un bel gioco, non c’è che dire, che allena muscoli del cervello diversi da quelli che teniamo in forma giocando al divertente Lumines (evoluzione del vecchio Tetris), scrivendo un algoritmo in SQL e C# per comparare i ricavi nel tempo prodotto per prodotto tenendo conto dei costi delle materie prime e del fatturato, oppure ascoltandoci il concerto per violino di Brahms trasmesso da radioio (tutte cose – non le uniche! – che mi hanno dilettato nelle ultime 24 ore).
Basta essere consapevoli che certi esercizi restano solo giochetti mentali. L’etica può avere tutti i fondamenti che vogliamo, ma se auspichiamo una società in cui si stia bene, in cui la maggior parte possibile di persone sia contenta di svegliarsi alla mattina, non c’è scampo. C’è solo un appiglio, un basamento su cui edificarla. Un libro completato un paio di migliaia di anni fa. C’è già dentro tutto lì. Tutto il resto sono giochetti. Fa sorridere quando qualcuno li prende sul serio. Quando a prenderli sul serio sono in tanti, puntualmente prima o poi si arriva al dramma.
E non si scappa: se non si accetta l’idea che da lassù il Creatore ci ha dato il manuale di istruzioni, non può che essere tutto eticamente lecito: chiunque (piccola o grande mente che sia) può dire quello che gli pare (la sua “verità”) e pretendere di avere ragione. Con spettacolari (e sempre incongruenti) arrampicate sugli specchi quando si illude seriamente che possano esserci altre vie praticabili alla giustizia.
doge
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DOGECome ci ha insegnato Keynes, i cicli economici si combattono con le
politiche anticicliche. Di solito, quando arriva la recessione si alza la
spesa go...
2 giorni fa
4 commenti:
Ciao Davide, penso che almeno come impostazione mentale tu sia un Cattolico modello. Non è facile esserlo perchè la CC ha il pregio di compromettersi spesso in materie viscose, di "sporcarsi le mani", e talvolta la nostra sensibilità personale si ritrova disallineata. In quei casi che fare? Ebbene, personalmente non ho quasi mai la forza di rinunciare all' opinione che mi sono formato. Sia chiaro, in questi casi, molto semplicemente, considero me stesso come un "cattivo Cattolico", la deviazione fa di me un "Cattolico svogliato". Mi ripugna vedere chi, senza allontanarsi dalla Chiesa, si inorgoglisce delle proprie deviazioni, quasi si martirizzasse in nome della "vera" fede, quasi si ritenesse un' avanguardia incompresa, quasi dovesse pagare il suo essere "adulto" in una massa di imberbi creduloni. L' evento cattolico è l' incarnazione, l' avere al proprio fianco una persona in carne ed ossa che ci parla, non ci sono nè speculazioni libresche, nè ricostruzioni storiche, c' è solo un incontro e una persona da seguire: questa persona puo' anche tornare sui suoi passi ma bisognerebbe sempre seguirla, sia nella direzione sia nei tempi, chi anticipa ha poco da vantarsi, i suoi torti sono molto simili a quelli di chi va irreparabilmente fuori strada, sbagliare i tempi è come sbagliare le direzioni. Devo ammettere di essere un pessimo cattolico, il mio orgoglio mi impedisce di rinunciare, forse mi manca la famiglia con tutta la quiantità di vita che ti riversa addosso, il suo carico restringe i tempi del pensiero, soffoca le sue lusinghe e rende molto più prezioso l' aiuto dell' incarnazione. Non so quindi se si tratta di contingenze o piuttosto della mia personalità. Ma il tuo percorso qual è stato? Qualcosa di graduale ed armonico o piuttosto una folgorazione sul tipo di Danmasco?
Ric, non ho mai visto la Chiesa compromettersi con cose che non la riguardassero, almeno da che sono nato. Credo che la Chiesa sarebbe assai fuori fase se fosse sempre allineata con le sensibilità personali di tutti, specialmente considerando quanto poco in linea col Vangelo siano molte di queste "sensibilità".
Da quando ho l'età della ragione mi trovo in genere abbastanza bene allineato con le linee guida dei papati che si sono succeduti. Le approvo in genere in toto. Anche quando sono scomode anche per me.
Frequento la Chiesa da quando ero bambino e non ho mai smesso. Lo studio dell'organo è stato fondamentale per capire quanta sapienza, quanto significato ci sia nelle liturgie, cui spesso assistiamo senza piena consapevolezza. La famiglia, dunque, è arrivata molto dopo. Il messaggio cristiano ha parole per tutti e non privilegia nessuna condizione. Incidentalmente, per il pensiero c'è sempre tempo. La famiglia di tempo ne vuole molto, ma ne resta comunque una montagna da dedicare a se stessi. Ce chi lo dedica al calcetto, chi agli amici del bar, chi a leggersi Dan Brown, chi a pulire tre volte lo stesso pavimento, chi a ballare la salsa, chi a vedere Nanni Moretti, chi a scrivere sul blog, chi a giocare con la playstation, chi a fare tutte queste cose o 1000 altre. Ma se qualcuno racconta che non ha tempo da dedicare al fine ultimo della sua esistenza, puoi lecitamente ridergli in faccia.
Purtroppo per me, però, credo di essere ben lontano dall'essere un "cattolico modello". Troppe incoerenze, troppo attaccamento alle cose terrene. Tuttavia, avendo come tutti la consapevolezza di cosa è bene e cosa e male (anche se tanti cercando di ingannare se stessi), non pretendo che la Chiesa ufficializzi che il male sia bene solo perché così è più comodo o perché così fanno in tanti.
Mi chiedi quale sia stato il mio percorso. Non è una domanda da poco. Si tratta di un'esigenza che ho sentito fin da piccolo. Sentivo l'esigenza di partecipare alla messa anche se i miei non ci andavano con assiduità. Mi resi presto conto che per ogni domanda che mi sorgeva la Chiesa aveva una risposta. Col crescere della ragione in me ho notato quanta coerenza ci fosse nel messaggio della Chiesa. Non mi ha mai appartenuto - forse dovrei dire purtroppo ma non lo faccio perché non ne sento l'esigenza - il fideismo che hanno molti, quello del culto di padre Pio per intenderci. Sono più portato all'approccio razionale, che non è affatto detto che sia il migliore. Nutro un'enorme stima quindi per l'attuale pontefice.
Per dirne una, per anni ho trascurato il culto mariano, giudicandolo un po' inutile ed al limite del politeismo. Negli ultimi anni ho approfondito la faccenda e mi sono reso conto di quanto fossi stupido. Vicende come Medjugorie, Lourdes, o la bellissima storia di Guadalupe sono una ricchezza della nostra religione che sfida qualunque razionalismo per protervio che sia.
Concordo che il messaggio cristiano è tutto rivolto all'incontro personale con Dio-padre, con Dio-amore. Non sono d'accordo, però, che ciò escluda quelle che chiami "speculazioni libresche", delle quali la storia della Chiesa è stracolma. Quel messaggio ha resistito agli assalti di 2000 anni. E ne ha subiti parecchi e d'ogni sorta. Credo possa ritenersi bullet-proof a patto di usare un minimo di onestà intellettuale.
Non capisco bene a cosa tu ti riferisca nel discorso che fai sullo sbagliare i tempi, né a cosa dovresti rinunciare, impedito dall'orgoglio. L'orgoglio, se male inteso, è senz'altro un nemico della fede. Ma la fede, pur dandoci l'umiltà inevitabile nei confronti del Creatore, ci alza alla condizione di essere suoi figli, e scusa se è poco. Direi che qualcosa di cui essere orgogliosi c'è.
Ric, non ho mai visto la Chiesa compromettersi con cose che non la riguardassero... sarebbe poi assai fuori fase se si allineasse alle sensibilità personali..."
Non penso di aver mai detto che la Chiesa si compromette con cose che non la riguardano. Anzi, sul forum feci una tonnellata di post contro chi parlava di "ingerenza". E nemmeno chiedo alla Chiesa che si allinei alle sensibilità personali.
Non parlavo di "doveri", parlavo di "fatti", la Chiesa di fatto si pronuncia su questioni dove ognuno di noi già si è fatto un' opinione e per questo "rischia". Non si limita a parlarci della Trinità, argomento a cui non avevo mai pensato e che posso accettare senza tanto sforzo facendomi bello come "credente". Quello "sporcarsi le mani" lo vedevo in modo positivo. Molte Chiese non m' interessano proprio perchè si ritraggono limitandosi allo "spirito" e all' "interiorità".
Mi è piaciuto sapere del legame tra la fede e l' organo. D' istinto penso che un simile connubio sia molto produttivo. La fede senza la bellezza rischia di appassire. Anch' io vengo molto sensibilizzato dall' ascolto della musica sacra. Alla fine di una giornata di asmare delusioni basta sentire una Corale potente che si libera dallo stereo e hai come l' impressione che verrai risarcito. Con questa promessa la vita si fa molto più leggera e persino bella.
Non capisco bene a cosa tu ti riferisca nel discorso che fai sullo sbagliare i tempi, né a cosa dovresti rinunciare, impedito dall'orgoglio.
Per orgoglio intendo l' incapacità di cedere in caso di disaccordo con la Chiesa. Se ho un' idea tendo a mantenere la mia, pur con le precisazioni di cui al mio primo post, ovvero pur rinunciando a spiegare alla CC come svolgere il suo lavoro, molto più semplicemente mi allontano. D' altronde il mio motto è racchiuso in una poesia di Peguy per cui Dio vuole essere adorato da uomini liberi, se qualcosa nella nostra libertà ci tiene ancora lontani da lui meglio aspettare che maturino i tempi anzichè "convertire" i Papi.
Sbagliare i tempi: a volte l' eretico pensa solo di essere in anticipo sui tempi, pensa di essere più maturo degli altri fedeli, pensa di essere un cattolico adulto e che presto la Chiesa verrà sulle sue posizioni.
Ma sbaglia, quand' anche la Chiesa verrà mai sulle sue posizioni lui con la sua boria ha "sbagliato i tempi" e merita la condanna al pari di qualsiasi eresia.
Ric, sì, ho ben chiara la tua posizione nei confronti delle presunte ingerenze, non volevo intendere che tu la pensassi diersamente! Cercavo di spiegare perché quelli che per molti sono ostacoli nel rapporto verso la Chiesa per me non lo sono. La Chiesa è parte del processo dialettico che porta alla formazione di opinioni. Di solito non interviene "a posteriori", semmai ribadisce e precisa cose che sostiene da sempre, adattandole nella forma al mutare dei contesti.
Oggi le sfide sono sempre più frequenti e su territori a prima vista inesplorati. A ben guardare, però, i temi non sono poi così nuovi e le proposte della Chiesa sono coerenti con quanto ha sempre sostenuto.
"La fede senza la bellezza rischia di appassire." Sono d'accordo, anche se non generalizzerei. Per molti, anzi per troppi, la fede non ha problemi nel convivere con la bruttezza. E' questione di sensibilità personali.
Sui "tempi": la Chiesa per fortuna è cambiata dai tempi di Galileo. Anzi, non la Chiesa: il mondo. L'articolo sul "non-overlapping magisteria" è significativo. Continuiamo a vedere ingerenze di giornalisti e scienziati che pretendono di dirci cosa la Chiesa dovrebbe dire e fare, mentre la Chiesa ha capito da un pezzo che sconfinare è stupido e controproducente. Non riesco ad immaginare dunque eresie che possano precorrere i tempi: ti sarei grato se potessi farmi qualche esempio. Se l'"eretico" si infervora per il sacerdozio femminile oppure per il matrimonio del clero o per la lingua usata nelle celebrazioni, non mi sembrano poi grandi eresie. Se prende queste cosette a pretesto per allontanarsi dalla Chiesa, significa che se non fosse per quelle di pretesti ne avrebbe trovati altri. Il messaggio trasmesso dalla Chiesa è di gran lunga più profondo di queste stupidate superficiali. Non cambia nella sostanza da secoli e secoli. Scismi e riforme hanno preso a pretesto momentanee debolezze della Chiesa (enfatizzate da storici interessati), poi riassorbite, per camuffare questioni politiche. Ci sono anche punti dottrinali importanti che separano il protestantesimo dal cattolicesimo, ma come si possa pensare che su questi dei pinchi pallini qualunque quali un Martin Lutero od un Calvino (lasciamo perdere per pietà Enrico VIII) si siano svegliati con illuminazioni tali da avere un serio fondamento nell'andare in contrasto con la millenaria tradizione della patristica ecclesiale è per me totalmente incomprensibile.
C'è ampia libertà di pensiero anche stando all'interno della Chiesa, dove il dialogo è vivo e tutt'altro che soffocato dittatorialmente. Certo non c'è la libertà di proclamarsi cattolici negando pretestuosiamente i dogmi del cristianesimo cattolico, altrimenti sarebbe tutta una pagliacciata.
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