lunedì 8 settembre 2008

Il maestro unico e la matematica

Viviamo nel Paese in cui è un vanto non capire nulla di matematica. mi chiedo se sia questa la causa del caos che coinvolge i media a proposito della proposta del ministro Gelmini sul ritorno al "maestro unico" nelle scuole elementari (ops, primarie).

Ci ho messo un po' a capire come stiano le cose, dato che fin da subito trovavo poco plausibile il modo in cui se ne parlava. Attualmente, si dice, i bambini hanno tre insegnanti. In futuro si tornerà a dargliene uno ("come ai tempi di De Amicis", dicono i soliti). Ma dove sta il risparmio, dico io? Se il numero totale di ore di lezione resta invariato, pagando lo stesso numero di ore ad un insegnante anziché a tre come si fa a risparmiare?

La risposta sta in una parola: "compresenze". Attualmente i tre insegnanti non sono solo alternati, ma ci sono "ore" (virgolettato perché di solito le ore scolastiche sono fatte da 50 minuti) in cui i bambini hanno contemporaneamente due insegnanti in classe (e non c'entrano nulla gli insegnanti "di sostegno" per i bambini con problemi).

Ma allora avevo capito male: l'"insegnante unico" va inteso per unità oraria, mentre potrebbero tranquillamente continuare ad esserci tre insegnanti che si alternano per classe. Perché allora stamane Walter Passerini a Prima Pagina continuava a dirci che oggi sono necessarie più competenze da parte degli insegnanti, ed un solo insegnante non è più adeguato ad insegnare ai bambini tutte le materie? Basterebbe metterne due o tre che si alternano! In effetti, ad istinto e senza nessuna competenza sulla didattica, direi che ce ne vorrebbero almeno due: uno per le materie "umanistiche" (lingua italiana, letteratura, storia, ...) ed uno per quelle scientifiche (matematica, scienze, geografia, ...). Aggiungiamone poi qualcuno specializzato per fare poche ore su tante classi per l'inglese, la musica, le attività motorie e la religione e siamo a posto. Spenderemo meno (nessuna compresenza) ed avremo più qualità. Anche perché non capisco proprio come due insegnanti possano in contemporanea insegnare alla stessa classe competenze diverse.

Mia moglie, che è insegnante nella scuola pubblica, mi dice che questo creerebbe un sacco di problemi, dato che le scuole attualmente usano gli insegnanti in compresenza anche per destinarli a coprire gli insegnanti assenti, risparmiando sui supplenti che, con l'autonomia scolastica, sono a carico dei singoli istituti. Ohibò. Per risparmiare su un supplente paghiamo dunque 1/3 di stipendi in più tutto l'anno?

Forse tutto questo è la conseguenza del problema del difficile rapporto degli italiani con la matematica (aritmetica elementare inclusa). Forse tutto ciò è invece causato dalle solite logiche sindacali, quelle che vorrebbero la scuola su misura per gli insegnanti anziché per gli studenti.

Magari il nuovo impianto del governo è davvero come suggerisco io (ho però qualche timore poiché la logica in politica è sempre sottomessa agli interessi corporativi). Ho l'impressione che i giudizi siano sempre tarati sull'opinione politica di chi li esprime nei confronti del governo in carica. Ed il governo in carica, si sa, non gode di molta simpatia da parte del mondo della scuola. Si parla della "Gelmini", si usa il dispregiativo "ministra", si continua a rinfacciarle che è giovane. Di solito a farlo sono gli stessi che si lamentano dell'età media dei nostri politici, del fatto che in politica ci sono poche donne, che ci sono sempre le stesse facce. Della Gelmini conosco solo il nome ma, sentite le accuse, mi sta immediatamente simpatica. Anche la sua gaffe sul concorso di avvocatura fatto al sud: ha solo detto l'ovvio, quello che tutti sanno, ovvero che al sud passare gli esami è in genere molto più facile che al nord, e che al nord in certi ambienti si passa solo con i giusti appoggi (da noi lo chiamiamo "mafia", ma chi equivoca con la mafia vera è solo un tonto, vero o finto che sia). Ingenua finché volete, ma ci ha detto che il re è nudo. Diversamente dalla favola, però, qui nessuno vuole sentirlo dire.


Ci sarebbe anche parecchio da dire sulla disgrazia chiamata "tempo pieno" (o "tempo prolungato") che, fin da quando ero piccolo io, certe associazioni di genitori di sinistra volevano a tutti i costi, finché qualche anno dopo sono riuscite ad ottenerlo. Benissimo il doposcuola per i (poveri!) ragazzi i cui genitori sono entrambi al lavoro tutto il giorno e necessitano di una scuola baby-sitter, ma l'intento dell'obbligo per tutti del tempo pieno mi pare più ideologicamente motivato dall'idea di sottrarre il più possibile i ragazzi dall'influenza delle famiglie. Mi fermo qui però, dato che questo è tutt'altro tema.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Sull' insegnante unico mi astengo, è più che altro una questione pedagogica, bisognerebbe stabilire cosa funziona meglio** e cosa possiamo permetterci. Sono problemi tecnici a me sconosciuti.

Noto solo che all' annuncio sul ripristino del "maestro unico" le lamentele non sono venute dai genitori (interessati ai problemi cruciali di cui sopra) ma dagli insegnati (che non hanno un interesse diretto nelle questioni chiave).

Sul "quanto possiamo permetterci" forse potrei dire qualcosa sulla base delle ultime letture sull' IQ: dobbiamo permetterci molto perchè a quanto pare tutto si gioca nei primi anni. Dopo è difficile rimediare (hai voglia a finanziare la formazione dei disoccupati).

**... cosa funziona meglio per vincere i test OCSE alla grande e risultare la scuola con le più alte performance in Europa.

ciao, ric!

davidthegray ha detto...

Infatti, non è sulla questione pedagogica che mi volevo soffermare (in merito ho solo dato una mia opinione "ad istinto").

Il punto è più sulla questione economica. Se il numero di ore coperte è lo stesso, uno o più insegnanti i conti restano uguali. Resterebbero uguali non tenendo conto delle compresenze. Ma se il rischio paventato è quello della mancanza di insegnanti "tuttologi", questo mi sembra un rischio che eliminando le compresenze non si corra.

Verissimo che molto (e forse davvero tutto) si gioca nei primi anni. Per esempio, chi non mette solide basi grammaticali e aritmetiche nei primi anni di elementari è rovinato per il resto della vita. Andrebbero senz'altro selezionati con più cura i maestri delle elementari (e per alcune cose anche quelli della scuola dell'infanzia) che non quelli delle medie.

Anch'io nutro fortissimi sospetti quando vedo le levate di scudi da parte degli insegnanti. Hanno un leggero conflitto di interessi. Nello stesso tempo, però, i migliori tra loro hanno molto più titolo ad esprimersi in queste questioni che i genitori, anch'essi un po' tentati da cose non sempre coincidenti con la preparazione dei figli.

il Ratto dello spazio ha detto...

il fatto che è giovane?
magari ci fossero più giovani al governo ed in parlamento (ed anche nella nazionale di calcio, questo è un paese di vecchi, ma non per i vecchi)!
detto ciò, giovane o vecchio l'importante è non essere sciocchi,
oltre che essere eticamente integri (lo so, è un'idea superata, ma se negli usa un ministro si dimette per non aver pagato i contributi della colf, non è che gli americani sono pirla, siamo noi che siamo corrotti).
un ministro che si presenta dicendo che la qualità dell'insegnamento meridionale è bassa (vero, ma vogliamo vedere la cause? magari le strutture fatiscenti? magari l'alto abbandono della scuola per andare a lavorare in nero? magari la carenza di investimenti negli ultimi 40 anni?) e la soluzione che viene data è "corsi di aggiornamento per gli insegnanti meridionali",
abbastanza stupida perchè qualunquista, un modesto clichè modestamente razzista,
poi si scopre che proprio lei ha approfittato di esami facili in calabria (non perchè sono tutti ignoranti, ma per un erroneo ideale di dare una possibilità di lavoro a tutti),
la conclusione è che almeno negli usa la sua carriera politica sarebbe finita per sempre,
da noi è un ottimo viatico per una folgorante carriera,
a prescindere dalle continue esternazioni.

davidthegray ha detto...

Ratatouille, scusami, ho dato un'occhiata al tuo blog. L'idea che mi son fatto è che non hai molti titoli per dare degli sciocchi agli altri. A meno che per te basti intitolare il blog "cazzate" per sentirti in diritto di scriverne a valanga. Visto quello sul governo, dubito che tu sia nella posizione di scriverne in modo minimamente obiettivo. (Nota che non ho nessun interesse a difendere la Gelmini. Credo solo che sia un po' presto per esprimere giudizi. Una delle critiche che sento spesso però è che "è troppo giovane". Mi pare abbia 35 anni e dire "magari ce ne fossero più giovani" è di un'ipocrisia colossale.)

Non cambia nulla sulla sostanza ma dà l'idea sull'approssimazione con cui formi i tuoi giudizi: il ministro che citi è svedese, non statunitense. In america per dimettersi si sarebbe dovuto probabilmente scoprire che era gay o che aveva un'amante.

Con la stessa approssimazione esprimi giudizi su cosa sia il sesso per la Chiesa. Lasciamo perdere poi il post sulle scarpe del papa. Qualunquismo d'accatto ed ipocrisia gigantesca.

Poi leggo che ti dichiari ateo e dai l'8 per 1000 ai valdesi e dico, "ah!".

Anonimo ha detto...

Sembra anche che il "maestro plurimo" non sia stata una scelta pedagogica ma solo un espediente introdotto a suo tempo per non licenziare a fronte del calo demografico.

davidthegray ha detto...

Purtroppo come sempre la faccenda è complessa. Quando i media semplificano per il grande pubblico molto viene sempre tralasciato.

Ieri ho approfondito un po' la questione "compresenze". Anch'io pensavo fosse una totale assurdità. Pare che non sia così. Quello che accade oggi è che gli alunni si trovano davanti un singolo insegnante nelle ore cosiddette "frontali", qualle più impegnative dove avviene il vero e proprio insegnamento. In altre ore, la classe viene divisa in gruppetti seguiti dagli insegnanti in compresenza, e si svolgono attività di "potenziamento" e di "recupero". Un po' un "no child left behind" all'italiana. L'idea forse pedagogicamente è buona. Con un paio di effetti collaterali: l'inevitabile "casino" nel gestire la cosa ed i costi che conseguono la moltiplicazione dei docenti.

Come dicevi, però, i costi potrebbero essere giustificati vista l'importanza dell'oggetto della spesa. Se però il ritorno fosse dimostrato. Cosa avviene oggi invece? Che in pochi anni è aumentato a dismisura (+6% in sei anni) il numero dei 15enni che non sanno leggere, ed è sceso (sempre circa del 6%) il numero di quelli che avevano una capacità di lettura elevata. Sai quanto mi spiaccia citare questa fonte, ma è sulla prima pagina dell'Unità di oggi.

Dunque spendiamo molto di più per avere risultati DISASTROSI. Un terzo dei 15enni non sa leggere, con una differenza abissale tra nord e sud Italia. Le cause sono varie e non solo legate alla scuola. Ma la scuola è evidentemente l'elemento principe tra quelli coinvolti, dato che l'educazione alla lettura è una delle sue missioni prioritarie. Nemmeno si può dire, come fa il nostro brillante Ratatouille, che ci sia stata carenza di investimenti: per la scuola si spende una quantità di denaro enorme.

Ho l'impressione che il problema non stia tanto nel quanto si spende, ma nel come. Le logiche, come dici tu, non sono quasi mai pedagogiche. Al centro delle discussioni sulla scuola ci sono sempre e solo gli insegnanti. Tutto si fa su misura dei loro stipendi, delle loro ore lavorative, delle loro esigenze. Oltretutto mirando in basso: si tratta di una casta di morti di fame, pronti a scannarsi per 10 euro in più di premio per un'attività. Ecco dunque che per coprire il loro "monte ore" anche la mensa diventa attività didattica. Le assurdità sono tantissime. Il rapporto tra ore frontali ed ore di compresenze è rigidamente controllato dai sindacati, guai dunque pensare a modifiche in funzione della didattica piuttosto che del sindacato.

Stamane ho sentito che con "maestro unico" va intesa la peggiore delle possibili interpretazione: si tratta di un unico insegnante che copre la classe per tutta la settimana (tranne qualche ora di inglese). Il risparmio rispetto al ruotare gli insegnanti che hanno competenze specifiche, come dicevo sopra, non vedo dove stia. Pare che la logica sia come al solito tutta dovuta non tanto al risparmio (per quello basta togliere le compresenze) quanto ai problemi sindacali.

Sinceramente sono un po' preoccupato, visto che il Dany l'anno prossimo sarà in prima. Non posso però dire che non fossi comunque preoccupato anche senza questa riforma. L'esperienza attuale, quella della scuola primaria, è però buona. Avendo provato sia la privata che la pubblica possiamo dire che non c'è confronto: quella pubblica offre nettamente di più.

Anonimo ha detto...

Al centro delle discussioni sulla scuola ci sono sempre e solo gli insegnanti. Tutto si fa su misura dei loro stipendi, delle loro ore lavorative, delle loro esigenze. Oltretutto mirando in basso: si tratta di una casta di morti di fame, pronti a scannarsi per 10 euro in più di premio per un'attività

In Italia, la cosa è nota, è stato stretto un patto scellerato tra sindacato insegnanti e politica: assumo di più e pago di meno. La cosa conveniva ad entrambi i contraenti: più insegnanti, più tessere sindacali, più clientela politica.

Quando si fa il confronto privato/pubblico bisogna tener conto dei costi. Il costo medio di uno studente nelle scuole medie pubbliche si aggira intorno ai 10.000 euro (e di re che ci sono enormi economie di scala visto che l' utenza è pari al 95% della popolazione studentesca). Con un voucher del genere quasi quasi ti iscrivi ad un collegio svizzero esclusivo e vai a studiare con i principi. Lo stesso ragionamento vale all' incirca per le materne.

Lap(l)aciano ha detto...

Penso che il problema sia un altro. Avendo più insegnanti in una classe, ci si può permettere di far fare ai bambini 30 ore settimanali, cosa che un maestro da solo non può fare.

Per cui la maniera in cui si risparmia veramente è quella di far passare le ore settimanali alle scuole primarie dalle 30 alle 24.

Il fatto che venga utilizzato il maestro unico è solo una maniera di effettuare questa riduzione delle ore settimanali.

Cosa che è stata fatta per pure esigenze di cassa: questa, a parer mio, è la bestialità. Che per recuperare un po' di soldi (c'era bisogno di abbassare l'ICI ad una manciata di ricchi?) si vada a diminuire drasticamente il numero di ore settimanali dei bambini delle elementari, senza contare i problemi con le supplenze etc. etc. etc.

A me pare che difendere la Gelmini sia un interessante esercizio di arrampicata sugli specchi...

davidthegray ha detto...

Ripeto, non ho nessun interesse nel difendere la Gelmini, che mi sta simpatica solo perché è bersaglio di critiche tanto feroci quanto (a mio parere) immotivate, quasi sempre provenienti da parti un po' sospette. Dopo di che, come sempre quando c'è di mezzo un politico, sentendo le sue dichiarazioni mi cadono le braccia. Da qui a rimpiangere il suo predecessore ce ne corre. Sarà l'età, ma ormai sono dell'idea che il massimo che possiamo aspettarci dalla politica è che faccia meno danni possibile.

In quelle famigerate dichiarazioni c'è pure che il tempo prolungato non si tocca. Lasciamelo dire, questa è una disgrazia. 30 ore a scuola per i bambini sono troppe. Lo dico perentoriamente.

Recuperare un po' del mare di soldi che vengono sperperati per mantenere una mandria di semifalliti che contano sulla scuola per dare un senso alla loro laurea in lettere o filosofia non è male (non vale per tutti: molti professori sono motivati e devono combattere con l'ignavia dei colleghi scaldasedia). So un po' di quello che parlo, essendo mia moglie insegnante.

Quella sull'ICI poi è una totale assurdità: l'ICI è stata tolta per la prima casa di tutti i proprietari di casa (tranne che ai possessori di castelli!). Non ai "ricchi". Sei ancora rimasto alla lotta di classe? Marx per fortuna è morto e sepolto ormai anche nei cuori di molti suoi ex-seguaci. Immagino e spero che tu sia molto giovane per scrivere certe sciocchezze. Senza l'iniqua ICI l'Italia è ben vissuta per moltissimi anni. (Iniqua, casomai non lo sapessi, poiché tassa un bene che non genera reddito.)

Ora i soliti mentecatti accusano la rimozione dell'ICI di ogni colpa, quasi che si possa continuare ad aggiungere tasse su tasse per finanziare lo sperpero pubblico che continua imperterrito. Posso ridere amaramente degli ingenui come te?

Lap(l)aciano ha detto...

Caro David,

primo, ti prego di non insultare, dato che per affermare che io sia ingenuo e dico sciocchezze, devi dimostrarlo.

Secondo. indipendentemente dalla perentorietà con cui tu affermi che 30 ore a scuola sono troppe per i bambini, c'è da vedere se hai degli argomenti per affermarlo. Non mi pare che tu ne abbia.

Ti faccio notare che la detrazione dell'ICI per le case di valore minore era stata decisa dal governo Prodi, vedi

http://termometropolitico.wordpress.com/2008/04/16/abolizione-ici-ci-ha-gia-pensato-romano-prodi/

e che l'attuale governo l'ha semplicemente estesa.

Io non accuso l'ICI di alcuna disgrazia, solo facevo notare le priorità di questo governo.

Peraltro, la cosa mi tocca veramente poco, dato che da anni vivo in Germania (e non ho alcuna intenzione di tornare, vista la situazione).

Quanto all'iniquità dell'ICI: secondo lo stesso ragionamento anche l'IVA è una tassa iniqua, dato che tassa beni che non generano reddito.

Anzi, tutte le imposte (che non sono tasse) sono inique secondo il tuo ragionamento, dato che sono, per l'appunto, imposte su beni che non generano reddito.

davidthegray ha detto...

Guarda, vedo che sei proprio un "democratico". Di quelli con le virgolette. Mi dici che scrivo "cretinate" ma guai a dirti che scrivi sciocchezze. E sì che ne scrivi parecchie! Forse però hai ragione, non avrei dovuto scendere al tuo livello.

Dunque, ti sta bene che una tassa sia applicata a qualcuno sì ed a qualcuno no (lascia perdere le esenzioni agli indigenti, non è di questo che stiamo parlando). Io incidentalmente, guardaunpo', sono FORTEMENTE contrario alla progressività delle aliquote prevista (forse) nella nostra costituzione. Le imposte sarebbero progressive anche a parità di aliquota, e dunque anche con un aliquota unica avremmo una progressività. Ma quella dell'ICI a qualcuno sì e qualcuno no mi pare proprio una bestialata. E se nelle priorità di questo governo ci fosse una seria riduzione delle imposte diventerei immediatamente un fan di Forza Italia. Purtroppo finché ci si limita a cosucce quali l'ICI, il trend di sperpero pubblico sfrenato non si blocca di certo.

Quanto all'IVA è proporzionata ad i consumi, a moneta che circola, non ad un bene immobile che non dà nessun rendimento e che magari si è ereditato o acquistato in momenti in cui si disponeva di entrate diverse. Oltretutto tassato con aliquote ridicolmente stabilito a capriccio dalle singole amministrazioni comunali, che spesso tassano proprietà di cittadini non residenti che non hanno nemmeno diritto di voto (e questo purtroppo resta ancora in vigore sulle seconde case). Sono contrario a qualunque tassa di proprietà (auto, tv, schede SIM, bollo sul passaporto, e la lista in Italia - non in Germania - è lunga, ma a te evidentemente non tange dato che sei scappato).

Sulle 30 ore ho scritto che la mia affermazione è perentoria. Non mi andava di discuterne né mi va di farlo finché tu, che la confuti, porti qualche argomento a sostegno dell'idea (anch'essa in genere in bocca ai "democratici") per cui 30 ore sui banchi siano per i bambini meglio di 24.

davidthegray ha detto...

Noticina a margine. Non che con questo volessi dire che sono a favore di come sia applicata l'IVA oggi. Dare 1/5 di quello che spendiamo allo stato è una follia. In Inghilterra l'aliquota è del 17,5% ed in Germania il 16%. La differenza si sente e parecchio, ma ancora nulla se paragonata con la realtà americana.

In Italia è evidente quanto ciò cpinga all'evasione. Personalmente, spendo una valanga di soldi su amazon.com, amazon.de, amazon.co.uk, play.com ecc. Le differenze sono spesso dovute anche all'imposizione.

Un'imposta sui consumi è ragionevole. Il 20% è rapina. Essendo lo Stato il ladro, possiamo dire a mano armata.

broncobilly ha detto...

Se demandi alle imposte una funzione etica e la tua etica è di tipo egalitario, allora è giusto diminuirle solo ai meno abbienti.

Ma se guardi allo sviluppo e usi le imposte per produrlo, allora conviene favorire i "ricchi" (l' aliquota da diminuire è la cosiddetta aliquota marginale).

Il ragionamento è lapalissiano, ovvio: premiando i ricchi avrai più ricchi, premiando i poveri avrai più poveri.

L' IVA tassa il valore aggiunto, quindi tassa nientemeno che i fattori produttivi, per quanto si faccia finta di credere che tassi i consumi!

L' ICI, tassando gli immobili, RItassa un reddito allorchè si decida un certo suo impiego. Se utilizzo il mio reddito per comprarmi la casa ho una doppia tassazione (IRPEF+ICI), se invece lo utilizzo per andare al casinò ho una tassazione semplice (solo IRPEF). Non conosco gente che difenda seriamente le imposte "patrimoniali". L' unico argomento a loro favore è questo: sono facili da riscuotere poichè colpiscono beni al sole.

La Costituzione richiede la progressività (da non confondere con la proporzionalità) del sistema fiscale. A contare comunque è la misura della progressività, come molti precetti costituzionali anche questo puo' essere sterilizzato di fatto.

Lap(l)aciano ha detto...

Mi pare evidente che non c'è possibilità di discussione fra noi.

Buona fortuna
Stefano