mercoledì 17 settembre 2008

Una gran Passione

Mettendo in gioco la somma Matthäus-Passion del sommo Bach, Ric ha messo sul piatto queste fiches. Rilancio con il grande Gardiner.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Innanzitutto, se permetti, procedo ai linkaggi di dovere. I commenti, eventualmente, dopo. Ciao e grazie!

Anonimo ha detto...

Certo che rispetto a K è una versione molto più pimpante e scheletrica (piacerà a Reggiori!!). Probabilmente molto più vicina all' originale. E' vero, quando ci sono di mezzo orchestra e cori io punto di più sullo sfarzo (a volte pacchiano).

Quello che non mi torna è la tua scarsa convinzione su Gould, anche lui privilegia l' approccio "filiforme", forse nel tentativo di imitare il cembalo con il piano. E' comunque qualcosa che ha nelle sue corde (suona beethoven come fosse bach, list non riesce nemmeno ad affrontarlo, è incapace di eseguire i fff, non ha la potenza necessaria...). A me piace. accetto meglio l' analiticità quando viene dal solista, la coniugo con un intimo soliloquio, mi sembra sia meglio giustificata. All' orchestra chiedo d' istinto una maggiore estroversione, magari anche sacrificando un po' di trasparenza (nei limiti!). Ma forse quello che rifiuti in GG sono le troppe libertà che si prende. Io, da profano non musicista, le sorvolo. Anzi, lo ringrazio che mi rende più digeribile la musica del passato disseminandola di sorprese (e poi non so quanto a lungo io sia in grado di reggere un clavicembalo).

davidthegray ha detto...

Non è solo una questione di "gusti". E' che da un po' di anni si presta attenzione alla filologia. Si suona con gli strumenti e con gli organici per cui le opere sono state scritte. Si è arrivati ad eccessi, ma ora la situazione si è stabilizzata.

L'interpretazione musicale lascia spazi enormi al gusto dell'interprete, ma un pochetto contano anche le intenzioni dell'autore. Quando si suonava Bach nel primo '900 con pesantezza, con orchestre mastodontiche, con cori e solisti impostati liricamente (vibrati, intonazioni precarie, nessun gusto per gli abbellimenti), con organi romantici a trasmissione elettrica, col pianoforte, dilatando necessariamente i tempi, si stravolgeva quello che Bach e tutti gli autori fino alla sua epoca pensavano quando scrivevano la loro musica.

Poi, non voglio dire che non sia possibile eseguire la nona con il sintetizzatore come in Arancia meccanica, o una toccata per cembalo/organo con la grassa orchestra di Stokovski come in Fantasia. Però è un'operazione diversa.

La ricerca filologica ha raffinato il gusto: ci si è accorti che la musica barocca è molto più bella se suonata come si suonava all'epoca. E quelle che chiami "sorprese" non le ha inventate Gould. Prova ad ascoltarti Koopman al cembalo, Leonhardt alle prese con il concerto italiano o Lorenzo Ghielmi al fortepiano (quanto è bella questa sonata per flauto!!).

Paradossalmente, è molto più vicino Gould allo stile barocco (pur restando abbastanza lontano) di quanto lo fossero molti altri pianisti della sua epoca (Sviatoslav Richter a parte), più adatti ad interpretare Liszt, Chopin e Brahms. Se andava bene potevano arrivare a Beethoven, ma già il Mozart di Horowitz faccio fatica a digerirlo. Ma il suo stile, il suo tocco, è completamente pianistico, per quanto cerchi di imitare il cembalo.

Ti ripeto, a me non dispiace ascoltare Gould. Solo che ascoltando Gould sento Gould, non Bach. Poi, ci si può accontentare anche di questo. Dipende da cosa si cerca e da quale livello di aspettativa si ha.