mercoledì 17 settembre 2008

Strane coincidenze fiscali

Ieri ho avuto una delle rare sorprese gradite da parte del fisco italiano. Da almeno 5 anni a questa parte, l’Agenzia delle Entrate fa sempre accertamenti sulla mia dichiarazione e su quella di mia moglie. Ormai siamo abituati alle loro raccomandate.

Tutto è iniziato per via delle detrazioni per la ristrutturazione edilizia, messe a carico sia mio che di mia moglie. Primo controllo: i miei documenti. Qualche fatica a far combaciare le fatture con i bonifici, dato che gli importi a volte erano pagamenti parziali, ma alla fine tutto a posto. C’era qualche fattura che avevo fatto intestare a me e poi dedotto a mia moglie (con il suo CF sul bonifico), ma l’impiegato ha capito che non c’era nessuna frode ed era solo la questione di un nome anziché l’altro sulla fattura. Tutto a posto dunque. All’epoca governava Berlusconi.

L’anno successivo, stesso controllo per mia moglie. Stessa situazione, due o tre piccole fatture intestate a me ma detratte da lei (anche i pagamenti erano stati fatti indicando il suo CF). Tutti i documenti, tra l’altro, erano stati vidimati da un CAF. Nessuna frode, ma errore formale. L’Agenzia, contrariamente a quanto aveva fatto l’anno prima nell’identica situazione, ha chiesto il rimborso più la sanzione. L’impiegato (stesso dell’anno prima), parlandoci di persona, mi ha detto che capiva bene la situazione ma purtroppo altrimenti avrebbe rischiato di persona se un superiore avesse controllato. All’epoca governava Prodi.

Quelle detrazioni sono spalmate su 10 anni, i controlli sono fatti 2-3 anni dopo l’anno controllato, e dunque ancora per 2-3 anni gli importi dichiarati non tengono conto delle rettifiche fatte dal funzionario dell’Agenzia.

Si va avanti coi controlli regolari (con annessi recuperi+sanzioni), dunque, fino all’anno scorso con il controllo per l’anno 2004. Questa volta, c’è un altro problema. In quell’anno è nato il primogenito. Il commercialista l’ha messo a carico a mia moglie al 100%, ed a me al 50% (e ha mandato le dichiarazioni in telematico senza che nemmeno le vedessimo). La cosa balza agli occhi dell’Agenzia ovviamente in automatico. Solito accertamento, sia sulla moglie che su me. Qui non ho nulla da dire: ripago l’importo detratto più la sanzione più la solita differenza trascinata delle ristrutturazioni. Parlo al telefono con l’accertatore (ormai ho la sua email personale ed i documenti glieli mando così), spiegandogli che in seguito alla cosa ho guardato le dichiarazioni, e la stessa cosa il commercialista l’ha fatta per l’anno dopo. In compenso, però, l’anno dopo è nato il secondogenito ed il commercialista non l’ha messo a carico né dell’uno né dell’altro. Mi risponde che purtroppo le segnalazioni escono in automatico e l’unica cosa che potrei fare è il “ravvedimento operoso”, ma per un importo così piccolo forse non vale la pena. Per il secondogenito, invece, orami è tardi, i buoi sono scappati, troppo tardi per chiudere la porta della stalla. Mi arriva la raccomandata con l’F24 da pagare e l’elenco dei problemi riscontrati. Vedo una cosa che mi ha addebitato in più. La chiamo, mando i documenti per mettere a posto, ho ragione, tutto ok. Mi arriva la seconda raccomandata con il secondo F24. Recita una cosa tipo “pagare entro 30 giorni dal ricevimento della prima rettifica per aver diritto alla sanzione ridotta”. Intendo che quella raccomandata è la rettifica alla loro raccomandata precedente, quindi la prima rettifica. Pago online, la banca all’inserimento del numero della cartella mi propone una data di poco meno di 30 giorni successivi alla data della cartella, mi pare tutto ok. Passa qualche mese, mi arriva un altro F24. Sanzione per ritardato pagamento. La data in cui ho pagato (proposta in automatico) era successiva di un paio di giorni ai 30 giorni dal ricevimento della prima raccomandata. Chiamo l’Agenzia: per loro la prima rettifica era la loro prima raccomandata!

All’epoca di tutto questo governava ancora Prodi.

Settimana scorsa ricevo l’attesa raccomandata per il controllo della dichiarazione 2005 di mia moglie (il cumulo delle detrazioni per figlio a carico superiore al 100% tra me e mia moglie che già sapevamo). Mi faccio mandare tutti i documenti richiesti scannerizzati dal commercialista. Li inoltro all’Agenzia alla solita email personale dell’accertatore. Nel testo accompagnatorio, con tono un po’ seccato, faccio notare che, incidentalmente, il secondogenito non è stato messo a carico di nessuno ma, andando la cosa a nostro danno, probabilmente a loro non sarebbe importato (questo me l’avevano detto loro stessi l’anno prima!). Chiamo il giorno dopo al telefono. Gentilissimamente, l’accertatore mi dice che ha tenuto in considerazione il secondogenito e con quello ha compensato sia l’eccesso del primogenito che il trascinamento delle ristrutturazioni. Da pagare: €0! Mi ha anticipato che deve aprire anche la mia pratica ma prevede che, considerando il secondogenito, anche quella andrà a posto. Chi governa oggi?

Ora, saranno anche coincidenze, ma cominciano ad essere parecchie. Che il fisco sanzioni i comportamenti scorretti lo auspichiamo tutti (tranne quelli che frodano). Il sospetto che mi viene, però, è che i vari Visco, Prodi, Padoa Schioppa diano ordini alle Entrate perché se la prendano e si accaniscano con gli errori formali senza tener alcuno conto dell’effettivo danno provocato alle casse dello Stato.

Questo sospetto è suffragato anche dall’esperienza fiscale aziendale, dove l’anno scorso abbiamo ricevuto un pesante controllo che se l’è presa con tutti i possibili pretesti formali. Gli accertatori ci hanno detto chiaramente che il controllo non era dovuto ad una selezione casuale dell’azienda, ma era mirato, su istruzioni governative, a tutte le aziende con un certo livello di fatturato/utili. Ogni singola Agenzia sul territorio aveva un target, doveva recuperare un certo importo. Costasse quel che costasse.

Qualcuno poi sbandierava e sbandiera ancora trionfalmente i risultati della “lotta all’evasione” del precedente governo. Tanti pecoroni (il popolo del 730, quelli che di errori non ne possono fare) ancora oggi ci credono, e rimpiangono i vecchi esattori aguzzini.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Benvenuto nel magico mondo del fisco. Ti assicuro che negli anni l' accanimento sui formalismi è andato diminuendo (nella prima repubblica era anche peggio), specialmente dopo le prime riforme berlusconi e soprattutto nei controlli ad aziende. Il motivo è essenzialmente uno: si è puntato sulla sostanza dando più strumenti, per esempio in tema di indagini bancarie. Inoltre la telematica aiuta e c' è meno bisogno di fare le pulci sulla forma. Diverso è il discorso sui controlli indotti dalle liste automatizzate, spesso per l' impiegato (specie quello svogliato) esiste l' impossibilità di forzare il sistema facendo delle compensazioni di normale buon senso. A complicare ulteriormente il tutto ci sono i premi sugli obiettivi, poichè si calcolano solo sulle sanzioni incassate immediatamente o con adesione, a volte conviene mantenerle di importi ragionevoli per non rendere conveniente il ricorso. E le sanzioni formali spesso sono l' ideale. Ma negli ultimissimi anni forse il trend verso il sostanzialismo si è invertito, e penso di sapere il perchè: la funzione "obiettivo" è regolarmente raggiunta dagli uffici e tutti sono "premiati" a fine anno con un mega bonus sullo stipendio (che bello!). Visto che l' andazzo è questo il ministero alza ogni anno la soglia per vedere fino a dove puo' tirare il collo. Oggi siamo al limite, e infatti, di recente, pur di raggiungere i bonus si è un po' ricominciato ad insistere con i formalismi. Per quanto riguarda la politica non mi pronuncio anche se certamente l' "atmosfera" influisce. la lotta all' evasione forse ha avuto un discreto successo ma attenzione, parlando di successo parlo di incassi sull' unghia; l' imponibile accertato, secondo me, non è molto diverso da prima e nemmeno molto diverso dalla prima repubblica. Solo che prima tutto si riversava nelle sabbie mobili del contenzioso tributario. Ora, con gli accertamenti ad adesione e i vari modi per pagare a sanzione ridotta (mini-condoni) si incassa molto di più e subito. Prima gli importi richiesti erano talmente comici che il debitori sbottava (... ma andate tutti affan...) o faceva ricorsi anche pretestuosi che sapeva durare decenni. La riforma dell' accertamento (fondata sui mini-condoni) è stata una delle poche di grande successo, infatti non se ne sente mai parlare (per inciso la si deve più a tremonti che a visco).

davidthegray ha detto...

Boh, io fino a ieri pensavo che il legame tra gli episodi precedenti ed il colore del governo fossero coincidenze. Insomma, anche gli accertatori hanno il loro umore e magari nei periodi neri non fanno passare quello che accettano in quelli buoni. Però ieri non mi aspettavo proprio quella telefonata. Dopo che avevo scritto un'email con tono provocatorio, questa gentilmente mi dice che ha fatto di sua iniziativa le compensazioni (che probabilmente non era tenuta a fare e che l'anno scorso mi aveva detto esplicitamente essere impossibili!). Le coincidenze cominciano ad essere troppe. Voci non controllate mi dicono che Visco avesse dato istruzioni specifiche di accanirsi su un certo tipo di persone e di aziende (quelle a reddito medio/alto).

Né voglio stralodare questo governo. La trovata sulla documentazione delle spese di viaggio (hotel, ristoranti) del D.L. 112/08 per esempio è il parto di una mente bacata.