venerdì 26 settembre 2008

Rientrati


Dopo una straordinaria vacanza ad Ortisei, torniamo alla quotidianità.

more to come...

mercoledì 17 settembre 2008

Una gran Passione

Mettendo in gioco la somma Matthäus-Passion del sommo Bach, Ric ha messo sul piatto queste fiches. Rilancio con il grande Gardiner.

DRM da incubo

Sta accadendo una cosa curiosa su Amazon.com. Ritengo sia particolarmente significativa e spero che la stampa internazionale dia ampio risalto presto, se non l'ha già fatto.

Il fatto è questo. Dopo un'attesa di anni, finalmente la Electronic Arts (da decenni mito nel mondo dei videogiochi) ha rilasciato Spore, un videogame per PC ideato da Will Wright, il creatore del mitico The Sims.

A pochi giorni di distanza, Amazon contiene ora 2687 user reviews. Un numero impressionante. La cosa più impressionante è che di queste, ben 2349 (più dell'87%) sono estremamente negative (voto 1 su 5). Si tratta di una sentenza di proporzioni inaudite. Tutte queste riviews sono sostanzialmente unanimi: ne condannano il sistema di DRM (controllo dei diritti d'autore). EA ha infatti deciso che il gioco va attivato via internet, e sono previste non più di 3 attivazioni (per una eventuale quarta attivazione è necessario telefonare ad EA).

Sarà curioso vedere come EA reagirà a questa nuova forma di boicottaggio elettronico. A fronte di quel mare di boo, chissà chi avrà il coraggio di ordinare Spore da Amazon!



Ho partecipato direttamente ad uno dei forum in corso sull'argomento (qui). La questione DRM è in primo piano ormai da anni per quanto riguarda specialmente il mercato video. Le case cinematografiche spendono fortune per creare protocolli di criptazione per impedire la copia abusiva dei supporti. Sul DVD abbiamo visto che fine ha fatto: semplicissimi software gratuiti permettono di raggirare le limitazioni. Oggi è in corso la partita sull'alta definizione: un costoso sistema prevede che il segnale passi sui cavi HDMI criptato, ed un apposito chip in monitor e televisori controlli che tutto sia a posto. Molti monitor e le vecchie tv HD-ready, sprovvisti di tale chip, non possono riprodurre le immagini dei dischi blu ray. Tutto ok, se non fosse che è solo questione di vedere quanto ci vorrà prima che i pirati cracckino le codifiche di protezione dei blu ray (pare che sia già avvenuto) e quindi bypassino l'encoding della protezione HDCP. Insomma, un po' di divertimento per i pirati ed un bel po' di costi per l'industria che vengono scaricati sugli utenti finali.

Un altro problema che si è affiancato a quello della protezione dei supporti fisici è che da anni ormai se ne può fare a meno. Musica, film, videogiochi, software in genere e libri possono stare su supporti di memoria riscrivibile (memorie flash, hard disk, cd rw) e trasmessi via internet. Questo ha ovviamente facilitato la pirateria e anche qui l'industria ha risposto spendendo valanghe di soldi per sistemi di gestione dei DRM sul materiale scaricato lecitamente e perseguendo nei tribunali la pirateria. Risultati pratici?

1) Chiunque di noi, con un minimo sforzo, può trovare film in divx e musica in mp3 pirati senza spendere un centesimo.
2) Personalmente ho scaricato brani mp3 pirati per ascoltare autori sui quali avevo dubbi. Quando mi sono piaciuti, ho poi ordinato i loro CD, che altrimenti non avrei mai comprato.
3) Ho scaricato l'anno scorso un CD di Pollini legalmente da iTunes, per poi rendermi conto che, una volta masterizzato su CD in formato CD audio, la qualità è inaccettabile per delle orecchie appena un po' educate. La copia originale in AAC l'ho scaricata su un computer precedente e non ho nemmeno voglia di stare a fare l'attivazione su questo. Non posso ascoltarla sul mio lettore di mp3 Creative Zen perché non riproduce l'AAC. Non comprerò mai più nulla su iTunes.

Che fare allora? Dal mio punto di vista è semplice: smetterla di applicare politiche di DRM vessatorie che stimolano solo la pirateria. Spendere quei soldi per migliorare i contenuti. A tutti piace possedere un bel film, un bel cd o un bel videogame sul supporto originale. Se però un gioco dura poche ore e poi non viene più voglia di giocarlo, o il film è scadente, viene lecitamente voglia di rivenderlo. Come si è sempre fatto con i libri e gli altri oggetti. La mia idea è che le protezioni DRM siano necessarie, ma i meccanismi di oggi siano inaccettabili. Limitare il numero di copie, per esempio, è una cosa per me assurda. Un libro o un dvd possono circolare all'infinito: perché mai per un'edizione digitale non dovrebbe essere lo stesso? La limitazione dovrebbe essere semmai che non più di una copia possa essere attiva allo stesso tempo (come un libro può venire prestato solo ad una persona). E devono sparire tutti i problemi di compatibilità dei DRM (per esempio, possiedo una copia digitale di Juno, che potrei attivare su massimo tre computer, ma non posso scaricarla sulla PSP), che sono un altro incubo per i "techie geeks" come me.

In America oggi è possibile acquistare quasi qualunque libro in formato elettronico sul Kindle di Amazon. Costa poco meno che il libro cartaceo. Dicono che la leggibilità sia eccellente, paragonabile a quella della carta, ed i vantaggi sono innumerevoli. Ma c'è questa limitazione: i libri protetti da copyright non possono essere ceduti (se non ad altri Kindle in possesso dei propri familiari). Questo non può che ostacolare la diffusione dell'oggetto.

Trovo interessantissimo il mercato dei videogames. E' uno splendido laboratorio sulla formazione dei prezzi attraverso la legge della domanda e dell'offerta. Man mano che passano settimane dalla prima uscita dei giochi, sempre più gente li completa (o si stufa) mettendo in vendita le copie usate. Questo fenomeno è il principale obiettivo della politica di EA (e della pressione che fa Sony per far acquistare i giochi facendoli scaricare - protetti da DRM - dal Playstation Network anziché su disco). Chiaramente, nell'ottica del gamer un bel gioco deve durare parecchio (anche alla luce del fatto che i giochi per la PS3 in Italia vengono venduti intorno ai 70 euro!) ed offrire contenuti che lo rendano ancora giocabile una volta completata la missione principale (per esempio gicabilità online, missioni secondarie con difficoltà superiori...). Le copie usate hanno un prezzo legato alla quantità di copie disponibili. Se il gioco è scadente o non offre altro che la missione principale, le copie disponibili sono molte (e la voce di diffonde attraverso meccanismi come le user reviews di Amazon): il prezzo scende rapidamente. Anche il prezzo del nuovo scende di conseguenza. Giochi ben strutturati, invece, hanno un usato caro e di conseguenza il prezzo del nuovo resiste a lungo.

Questi meccanismi naturali mi spingono a ritenere che la migliore politica sia investire sulla qualità dei contenuti ed evitare di creare problemi agli utenti (a quelli onesti: i pirati trovano sempre il modo di raggirarli). Speriamo che questa specie di "class action" elettronica spinga l'industria dell'intrattenimento ad una profonda riflessione.

Strane coincidenze fiscali

Ieri ho avuto una delle rare sorprese gradite da parte del fisco italiano. Da almeno 5 anni a questa parte, l’Agenzia delle Entrate fa sempre accertamenti sulla mia dichiarazione e su quella di mia moglie. Ormai siamo abituati alle loro raccomandate.

Tutto è iniziato per via delle detrazioni per la ristrutturazione edilizia, messe a carico sia mio che di mia moglie. Primo controllo: i miei documenti. Qualche fatica a far combaciare le fatture con i bonifici, dato che gli importi a volte erano pagamenti parziali, ma alla fine tutto a posto. C’era qualche fattura che avevo fatto intestare a me e poi dedotto a mia moglie (con il suo CF sul bonifico), ma l’impiegato ha capito che non c’era nessuna frode ed era solo la questione di un nome anziché l’altro sulla fattura. Tutto a posto dunque. All’epoca governava Berlusconi.

L’anno successivo, stesso controllo per mia moglie. Stessa situazione, due o tre piccole fatture intestate a me ma detratte da lei (anche i pagamenti erano stati fatti indicando il suo CF). Tutti i documenti, tra l’altro, erano stati vidimati da un CAF. Nessuna frode, ma errore formale. L’Agenzia, contrariamente a quanto aveva fatto l’anno prima nell’identica situazione, ha chiesto il rimborso più la sanzione. L’impiegato (stesso dell’anno prima), parlandoci di persona, mi ha detto che capiva bene la situazione ma purtroppo altrimenti avrebbe rischiato di persona se un superiore avesse controllato. All’epoca governava Prodi.

Quelle detrazioni sono spalmate su 10 anni, i controlli sono fatti 2-3 anni dopo l’anno controllato, e dunque ancora per 2-3 anni gli importi dichiarati non tengono conto delle rettifiche fatte dal funzionario dell’Agenzia.

Si va avanti coi controlli regolari (con annessi recuperi+sanzioni), dunque, fino all’anno scorso con il controllo per l’anno 2004. Questa volta, c’è un altro problema. In quell’anno è nato il primogenito. Il commercialista l’ha messo a carico a mia moglie al 100%, ed a me al 50% (e ha mandato le dichiarazioni in telematico senza che nemmeno le vedessimo). La cosa balza agli occhi dell’Agenzia ovviamente in automatico. Solito accertamento, sia sulla moglie che su me. Qui non ho nulla da dire: ripago l’importo detratto più la sanzione più la solita differenza trascinata delle ristrutturazioni. Parlo al telefono con l’accertatore (ormai ho la sua email personale ed i documenti glieli mando così), spiegandogli che in seguito alla cosa ho guardato le dichiarazioni, e la stessa cosa il commercialista l’ha fatta per l’anno dopo. In compenso, però, l’anno dopo è nato il secondogenito ed il commercialista non l’ha messo a carico né dell’uno né dell’altro. Mi risponde che purtroppo le segnalazioni escono in automatico e l’unica cosa che potrei fare è il “ravvedimento operoso”, ma per un importo così piccolo forse non vale la pena. Per il secondogenito, invece, orami è tardi, i buoi sono scappati, troppo tardi per chiudere la porta della stalla. Mi arriva la raccomandata con l’F24 da pagare e l’elenco dei problemi riscontrati. Vedo una cosa che mi ha addebitato in più. La chiamo, mando i documenti per mettere a posto, ho ragione, tutto ok. Mi arriva la seconda raccomandata con il secondo F24. Recita una cosa tipo “pagare entro 30 giorni dal ricevimento della prima rettifica per aver diritto alla sanzione ridotta”. Intendo che quella raccomandata è la rettifica alla loro raccomandata precedente, quindi la prima rettifica. Pago online, la banca all’inserimento del numero della cartella mi propone una data di poco meno di 30 giorni successivi alla data della cartella, mi pare tutto ok. Passa qualche mese, mi arriva un altro F24. Sanzione per ritardato pagamento. La data in cui ho pagato (proposta in automatico) era successiva di un paio di giorni ai 30 giorni dal ricevimento della prima raccomandata. Chiamo l’Agenzia: per loro la prima rettifica era la loro prima raccomandata!

All’epoca di tutto questo governava ancora Prodi.

Settimana scorsa ricevo l’attesa raccomandata per il controllo della dichiarazione 2005 di mia moglie (il cumulo delle detrazioni per figlio a carico superiore al 100% tra me e mia moglie che già sapevamo). Mi faccio mandare tutti i documenti richiesti scannerizzati dal commercialista. Li inoltro all’Agenzia alla solita email personale dell’accertatore. Nel testo accompagnatorio, con tono un po’ seccato, faccio notare che, incidentalmente, il secondogenito non è stato messo a carico di nessuno ma, andando la cosa a nostro danno, probabilmente a loro non sarebbe importato (questo me l’avevano detto loro stessi l’anno prima!). Chiamo il giorno dopo al telefono. Gentilissimamente, l’accertatore mi dice che ha tenuto in considerazione il secondogenito e con quello ha compensato sia l’eccesso del primogenito che il trascinamento delle ristrutturazioni. Da pagare: €0! Mi ha anticipato che deve aprire anche la mia pratica ma prevede che, considerando il secondogenito, anche quella andrà a posto. Chi governa oggi?

Ora, saranno anche coincidenze, ma cominciano ad essere parecchie. Che il fisco sanzioni i comportamenti scorretti lo auspichiamo tutti (tranne quelli che frodano). Il sospetto che mi viene, però, è che i vari Visco, Prodi, Padoa Schioppa diano ordini alle Entrate perché se la prendano e si accaniscano con gli errori formali senza tener alcuno conto dell’effettivo danno provocato alle casse dello Stato.

Questo sospetto è suffragato anche dall’esperienza fiscale aziendale, dove l’anno scorso abbiamo ricevuto un pesante controllo che se l’è presa con tutti i possibili pretesti formali. Gli accertatori ci hanno detto chiaramente che il controllo non era dovuto ad una selezione casuale dell’azienda, ma era mirato, su istruzioni governative, a tutte le aziende con un certo livello di fatturato/utili. Ogni singola Agenzia sul territorio aveva un target, doveva recuperare un certo importo. Costasse quel che costasse.

Qualcuno poi sbandierava e sbandiera ancora trionfalmente i risultati della “lotta all’evasione” del precedente governo. Tanti pecoroni (il popolo del 730, quelli che di errori non ne possono fare) ancora oggi ci credono, e rimpiangono i vecchi esattori aguzzini.

venerdì 12 settembre 2008

E’ tutto già scritto, e da un pezzo!

E’ divertente fare i giochini che facciamo noi a tempo perso, occupandoci da dilettanti delle cose che arrovellano da secoli le Grandi Menti. Ipotizzare se e come sia avvenuta l’evoluzione delle specie (bel giochetto davvero questo, basta non prenderlo sul serio), oppure come fondare l’etica sulla pura materialistica ragione umana (arrivando ai paradossi messi in evidenza da Ric).

Un bel gioco, non c’è che dire, che allena muscoli del cervello diversi da quelli che teniamo in forma giocando al divertente Lumines (evoluzione del vecchio Tetris), scrivendo un algoritmo in SQL e C# per comparare i ricavi nel tempo prodotto per prodotto tenendo conto dei costi delle materie prime e del fatturato, oppure ascoltandoci il concerto per violino di Brahms trasmesso da radioio (tutte cose – non le uniche! – che mi hanno dilettato nelle ultime 24 ore).

Basta essere consapevoli che certi esercizi restano solo giochetti mentali. L’etica può avere tutti i fondamenti che vogliamo, ma se auspichiamo una società in cui si stia bene, in cui la maggior parte possibile di persone sia contenta di svegliarsi alla mattina, non c’è scampo. C’è solo un appiglio, un basamento su cui edificarla. Un libro completato un paio di migliaia di anni fa. C’è già dentro tutto lì. Tutto il resto sono giochetti. Fa sorridere quando qualcuno li prende sul serio. Quando a prenderli sul serio sono in tanti, puntualmente prima o poi si arriva al dramma.

E non si scappa: se non si accetta l’idea che da lassù il Creatore ci ha dato il manuale di istruzioni, non può che essere tutto eticamente lecito: chiunque (piccola o grande mente che sia) può dire quello che gli pare (la sua “verità”) e pretendere di avere ragione. Con spettacolari (e sempre incongruenti) arrampicate sugli specchi quando si illude seriamente che possano esserci altre vie praticabili alla giustizia.

lunedì 8 settembre 2008

Il maestro unico e la matematica

Viviamo nel Paese in cui è un vanto non capire nulla di matematica. mi chiedo se sia questa la causa del caos che coinvolge i media a proposito della proposta del ministro Gelmini sul ritorno al "maestro unico" nelle scuole elementari (ops, primarie).

Ci ho messo un po' a capire come stiano le cose, dato che fin da subito trovavo poco plausibile il modo in cui se ne parlava. Attualmente, si dice, i bambini hanno tre insegnanti. In futuro si tornerà a dargliene uno ("come ai tempi di De Amicis", dicono i soliti). Ma dove sta il risparmio, dico io? Se il numero totale di ore di lezione resta invariato, pagando lo stesso numero di ore ad un insegnante anziché a tre come si fa a risparmiare?

La risposta sta in una parola: "compresenze". Attualmente i tre insegnanti non sono solo alternati, ma ci sono "ore" (virgolettato perché di solito le ore scolastiche sono fatte da 50 minuti) in cui i bambini hanno contemporaneamente due insegnanti in classe (e non c'entrano nulla gli insegnanti "di sostegno" per i bambini con problemi).

Ma allora avevo capito male: l'"insegnante unico" va inteso per unità oraria, mentre potrebbero tranquillamente continuare ad esserci tre insegnanti che si alternano per classe. Perché allora stamane Walter Passerini a Prima Pagina continuava a dirci che oggi sono necessarie più competenze da parte degli insegnanti, ed un solo insegnante non è più adeguato ad insegnare ai bambini tutte le materie? Basterebbe metterne due o tre che si alternano! In effetti, ad istinto e senza nessuna competenza sulla didattica, direi che ce ne vorrebbero almeno due: uno per le materie "umanistiche" (lingua italiana, letteratura, storia, ...) ed uno per quelle scientifiche (matematica, scienze, geografia, ...). Aggiungiamone poi qualcuno specializzato per fare poche ore su tante classi per l'inglese, la musica, le attività motorie e la religione e siamo a posto. Spenderemo meno (nessuna compresenza) ed avremo più qualità. Anche perché non capisco proprio come due insegnanti possano in contemporanea insegnare alla stessa classe competenze diverse.

Mia moglie, che è insegnante nella scuola pubblica, mi dice che questo creerebbe un sacco di problemi, dato che le scuole attualmente usano gli insegnanti in compresenza anche per destinarli a coprire gli insegnanti assenti, risparmiando sui supplenti che, con l'autonomia scolastica, sono a carico dei singoli istituti. Ohibò. Per risparmiare su un supplente paghiamo dunque 1/3 di stipendi in più tutto l'anno?

Forse tutto questo è la conseguenza del problema del difficile rapporto degli italiani con la matematica (aritmetica elementare inclusa). Forse tutto ciò è invece causato dalle solite logiche sindacali, quelle che vorrebbero la scuola su misura per gli insegnanti anziché per gli studenti.

Magari il nuovo impianto del governo è davvero come suggerisco io (ho però qualche timore poiché la logica in politica è sempre sottomessa agli interessi corporativi). Ho l'impressione che i giudizi siano sempre tarati sull'opinione politica di chi li esprime nei confronti del governo in carica. Ed il governo in carica, si sa, non gode di molta simpatia da parte del mondo della scuola. Si parla della "Gelmini", si usa il dispregiativo "ministra", si continua a rinfacciarle che è giovane. Di solito a farlo sono gli stessi che si lamentano dell'età media dei nostri politici, del fatto che in politica ci sono poche donne, che ci sono sempre le stesse facce. Della Gelmini conosco solo il nome ma, sentite le accuse, mi sta immediatamente simpatica. Anche la sua gaffe sul concorso di avvocatura fatto al sud: ha solo detto l'ovvio, quello che tutti sanno, ovvero che al sud passare gli esami è in genere molto più facile che al nord, e che al nord in certi ambienti si passa solo con i giusti appoggi (da noi lo chiamiamo "mafia", ma chi equivoca con la mafia vera è solo un tonto, vero o finto che sia). Ingenua finché volete, ma ci ha detto che il re è nudo. Diversamente dalla favola, però, qui nessuno vuole sentirlo dire.


Ci sarebbe anche parecchio da dire sulla disgrazia chiamata "tempo pieno" (o "tempo prolungato") che, fin da quando ero piccolo io, certe associazioni di genitori di sinistra volevano a tutti i costi, finché qualche anno dopo sono riuscite ad ottenerlo. Benissimo il doposcuola per i (poveri!) ragazzi i cui genitori sono entrambi al lavoro tutto il giorno e necessitano di una scuola baby-sitter, ma l'intento dell'obbligo per tutti del tempo pieno mi pare più ideologicamente motivato dall'idea di sottrarre il più possibile i ragazzi dall'influenza delle famiglie. Mi fermo qui però, dato che questo è tutt'altro tema.

venerdì 5 settembre 2008

Diciottenne ben dotata


Se a 18 anni Andreea Anghel, studentessa romena, è già riuscita a produrre queste foto, chissà cosa ci offrirà in futuro!

giovedì 4 settembre 2008

Tutti pronti per la fine del mondo?

L'LHC, costatoci cifre sui 3-6 miliardi di euro (inimmaginabili come le energie in gioco - e chissà quando inizieranno ad arrivargli le bollette elettriche!), è pronto per il collaudo. Data prevista: 10 settembre. 10 teraelettronvolt tanto per partire. Se qualche buco nero non si magnerà la Terra prima, l'anno prossimo vi si spareranno protoni a 14 TeV. Un po' di preoccupazione in rete, anche tra il popolo più positivista-odifreddiano (per esempio qui) c'è. Ne riparleremo tra una settimana?

martedì 2 settembre 2008

Hawking, il futuro dell'umanità e gli extraterrestri

Hawking non è mai banale. Decenni di scientismo ci hanno portato all'idea che deve esserci per forza altra vita nell'Universo.
In effetti numeri non possono che lasciarci con un senso di umiltà. Non possiamo nemmeno immaginarli. La scienza dice cento miliardi di galassie fatte ognuna di un centinaio di miliardi di stelle. Una stima di diecimila miliardi di miliardi di pianeti (10^22), i dati recenti dicono un po' di più. Chi può immaginare un numero simile? Diamo a questo numero 15 miliardi di anni per farvi cozzare atomi e molecole, vuoi che noi, che abitiamo nella periferia di un braccio di una di questi miliardi di galassie, siamo l'unica forma di vita intelligente? Questa, quella di Carl Sagan, è la tipica impostazione del ragionamento che ci è stato presentato dalla scienza. Finora.

In seguito a questa logica sono state spese ingenti risorse per cercare altre forme di vita. Sono stati dedicati radiotelescopi, e sono state mandate sonde contenenti informazioni sulla nostra razza, ad uso di eventuali altre civiltà cui giungessero queste sonde. Quanto saggiamente non si sa: carina è la battuta del Doctor Who (nuova serie 2, primo episodio) che ci dà degli incoscienti per tutto il baccano che facciamo nell'Universo cercando di farci notare, cercandoci rogne visto non abbiamo alcuna idea delle intenzioni che potrebbe avere una eventuale razza aliena che ci notasse.

Su tutto questo campa non solo il Doctor Who, ma tutta la fantascienza. Quella più alla buona è ovviamente quella cinematografica/televisiva. Hawking prende due paradigmi: quello positivo di E.T. e quello terrificante di Independance Day. Il suo ragionamento è il seguente: la razza umana esiste da circa 2 milioni di anni sui 15 miliardi dell'Universo. Una frazione minuscola. L'evoluzione della nostra razza è stata rapidissima (almeno negli ultimi 6-8000 anni, da quando abbiamo inventato la scrittura e dunque il passaggio delle informazioni tra le generazioni con una rapidità infinitamente superiore a quella delle mutazioni del DNA). Possiamo ipotizzare che, vista la rapidità del progresso tecnologico, tra un centinaio o poche centinaia di anni (oltre ad aver riprogettato il nostro DNA - cosa che trova inevitabile nonostante sia temibile) saremo in grado di muoverci tra i pianeti e le stelle. Se incontrassimo una razza aliena, la probabilità di incontrarla in uno stadio evolutivo analogo al nostro è trascurabile. Dunque, o li incontreremo in uno stadio molto più evoluto del nostro, oppure in uno stadio primordiale. Ma se li incontrassimo in uno stadio molto più evoluto, perché mai questi non si sarebbero mossi prima di noi venendoci a trovare? E per fortuna, poiché essendo loro molto più evoluti di noi probabilmente ci considererebbero come noi consideriamo insetti e lombrichi, rendendo più plausibile lo scenario di Independance Day che quello di E.T..

Cito testualmente:
Una spiegazione più plausibile [rispetto all'idea che ci siano alieni più evoluti che ci conoscono ed abbiano deciso di lasciarci cuocere nel nostro brodo primordiale ignorandoci] è che vi siano scarsissime probabilità che la vita si sviluppi su altri pianeti o che, una volta sviluppatasi, diventi intelligente. Poiché ci definiamo intelligenti [...], noi tendiamo a considerare l'intelligenza una conseguenza inevitabile dell'evoluzione, invece è discutibile che sia così: non è chiaro se abbia molto valore di sopravvivenza. I batteri se la cavano benissimo senza e ci sopravviveranno se la nostra cosiddetta intelligenza ci indurrà ad autodistruggerci in una guerra nucleare. Perciò, quando esploreremo la galassia, troveremo forse forme di vita primitive, ma è improbabile che incontreremo esseri come noi.
Lo scenario futuro non somiglierà a quello consolante dipinto da Star Trek, di un universo popolato da molte specie umanoidi, con una scienza e una tecnologia avanzate ma fondamentalmente statiche. Credo invece che saremo soli e che incrementeremo molto, e molto in fretta, le complessità biologica ed elettronica. Pochi dei progressi futuri si registreranno entro un secolo, e questa è l'unica previsione attendibile che possiamo fare. Ma verso la fine del prossimo millennio, se mai vi arriveremo, la differenza rispetto a Star Trek sarà grandissima.
[L'universo in un guscio di noce, 2001 - Cap. VI, "Il nostro futuro: Star Trek o no?"]

Possiamo leggerlo come un ritorno della scienza all'antropocentrismo?