venerdì 18 luglio 2008

Appunti di viaggio - Terme di Merano

L'esperienza altoatesina è unica.

Al di là della cornice indescrivibile, vi si trova un livello di civiltà difficilmente riscontrabile nel resto d'Italia. Tutto fuziona bene, tutto è ordinato, ogni dettaglio curato. E' il frutto dei fiumi di denaro elargiti dal governo italiano e ben spesi dalla provincia autonoma, indubbiamente, ma c'è qualcos'altro: una cultura civile radicalmente diversa da quella dell'italiano medio. C'è una compostezza nell'individuo di stampo teutonico, una rigidità dei comportamenti che a volte ci fanno sorridere, ma si traduce negli invidiabili risultati che colpiscono non appena si mette ruota in quei territori.

Il pragmatismo scevro di ipocrisie che qualche volta per noi sfiora la rudezza. Una meranese in sauna mi rimprovera in tedesco perché ho girato una clessidra in cui non sono scesi ancora pochi granelli di sabbia. Le obietto che ormai per me è praticamente completata. "No, mancano ancora 30 secondi alla fine." Dopo i 30 secondi, un "grazie" gentile, e esce. Quanti comportamenti di questo tipo, per noi così ridicoli, fanno parte di quella cultura? Eppure in fondo è grazie a quei comportamenti che c'è un abisso tra i paesi di impronta tedesca, ordinati, puliti, affidabili, "sicuri", ed il caos tipico che governa i popoli latini ed in particolare l'Italia.

I teatri, con i loro ricchi programmi, le terme in cui si riesce ad essere tranquilli pur tra centinaia di persone (cellulari vietati, sigarette vietate, non si mangia fuori dagli appositi spazi, ...), il cibo raffinato. L'erba è perfetta, ogni dettaglio è al posto giusto. I giochi per i bambini sono fantasiosi, accattivanti, stimolanti.

Annullamento delle ipocrisie che arriva all'ingenuità. Non c'è un topless nelle piscine e nel parco. Nelle saune invece tutti girano completamente nudi e con naturalezza. Chi indossa un costume, chi fa uscire un piede dall'asciugamanto rischiando di far cadere qualche goccia di sudore sull'abete, chi esce dagli schemi viene immediatamente ripreso dagli addetti. Ogni situazione prevede il suo comportamento, funzionale. Il risultato è che alla fine tutti stanno meglio (c'è una piccola eccezione nel malcostume universale di tenere occupati i lettini con gli asciugamani per ore, sia nelle piscine che nella zona wellness, ma non ho ancora trovato un posto al mondo in cui questo non accada).




Potrebbe un simile modello essere esportato? Funzionerebbe da noi semplicemente applicando più controlli? Io credo di sì, ma non credo che ci sia la volontà diffusa di percorrere una simile strada. Il lago di Monate è un piccolo angolo di paradiso. Purtroppo rovinato dal comportamento tipico dei beceri che fumano, gettano mozziconi, mangiano e lasciano piccoli rifiuti, schiamazzano, invadono. Forse già il far pagare un biglietto discriminante potrebbe risolvere un po' di questi problemi.

Ma c'è qualcosa che ancora sfugge. Anche le terme di Montegrotto che ho recentemente frequentato non hanno prezzi d'accesso tanto popolari. La clientela non era male. C'è tuttavia qualcosa nel contesto che fa una differenza abissale, e non solo la cornice unica delle montagne dolomitiche. C'è la cura dei dettagli architettonici, ci sono le strade in ordine, i negozi perfetti, la gente che ha cura di sé e dell'ambiente. C'è la tecnologia applicata ovunque con sistemi ben studiati. C'è la fiducia (alberghi che lasciano portare fuori asciugamani ed accappatoi senza controllo, cibo dato al bar sulla parola che pagherò ad una cassa lontana 500 metri, ...). Forse questo è il frutto di un regime fiscale assurdo, ma quanti altri paradisi fiscali in Italia che non raggiungono i risultati dell'Alto Adige? Già il pur ottimo Trentino, così vicino, è un altro mondo. Non parliamo della Vallé di Aosta. Se poi scendiamo in Sicilia...

Mi chiedono 16 euro al giorno solo per il posteggio dell'auto. Ma se è il prezzo per avere una Merano così perfetta, pago volentieri.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Come mi è capitato spesso di osservare (recentemente qui), i comportamenti umani sono indotti o dalla "cultura" o dagli "incentivi". Lasciamo perdere la genetica.

Secondo me, nel caso che illustri, pesa la cultura. Non penso che i "controlli" siano in grado di trasferire altrove una cultura, se non nel lungo periodo.

Piuttosto che "meranizzare" un napoletano attraerso un controllo squadrista, preferirei avere per Napoli leggi diverse rispetto a Merano. Che Napoli si dia leggi consone alla civiltà che esprime. Il federalismo dovrebbe servire a questo.

La cultura è civiltà. In una selezione ordinata le civiltà più progredite finiscono per predominare assorbendo pacificamente le altre. Ma nell' era del muliculti le "civiltà", anche le più scassate e pericolose, sono come i panda, devono essere preservate costi quel che costi. E allora non lamentiamoci se...

Anonimo ha detto...

Evviva, sono riuscito a linkare. Peccato abbia sbagliato il contenuto. Ecco quello corretto.

Anonimo ha detto...

Anche io sono stata quest'inverno per la prima volta in Alto Adige e quello che traspare è proprio un grande amore che gli abitanti hanno per il proprio territorio e per la propria cultura ... e questo non può che trasmettersi positivamente nelle persone che per un motivo o per l'altro hanno occasione di transitarvi.
Il brutto di Milano è che è una città che ha smarrito la propria identità, con l'ambizione sì di raggiungerne una nuova, multiculturale e multietnica, ma senza ancora esserci riuscita. Per ora è solo una città usata ma soprattutto abusata da coloro che per motivi diversi si sentono costretti ad abitarvi.