- Populum humilem salvum facies, Domine
- Pax in caelo, pax in terra, pax in omni populo
- Benedixit te Dominus in virtute sua [festa della B M V del Rosario]
- Celebremus diem Sanctorum [festa di tutti i Santi]
- Sancti tui Domine florebunt sicut lilia [natale di più Martiri]
- Hodie egressa est Virgo de radice Jesse [Immacolata Concezione, 8 dicembre]
- Veni Domine et noli tardare [Avvento e Natale]
- Joseph conturbatus est de utero Virginis [Natale]
- Virgo Verbum concepit [Epifania, Natività della B V Maria]
- Videntes stellam Magi gavisi sunt gaudio magno [Epifania]
mercoledì 14 ottobre 2009
Ancora sallende ambrosiane
lunedì 21 settembre 2009
Giorno fausto
Le buone notizia sta qui: http://speciali.espresso.repubblica.it/pdf/canti-liturgici/canti-liturgici.pdf. Gli ho dato solo una rapida scorsa, ma sembra "a posto". Si impone anche per noi ambrosiani una revisione del Cantemus, che già esclude parecchia spazzatura, ma ne include comunque troppa. Un buon segno, che ci farà sospirare di sollievo, sarà se e quando uscirà un Cantemus senza il Santo del Bonfitto.
mercoledì 16 settembre 2009
Storie di ordinaria liturgia
Ieri sera sono stato ad una Messa per un grande sacerdote purtroppo scomparso quattro mesi fa, concelebrata da una decina di presbiteri e presieduta dal vicario. Spero di stare abbastanza sul vago in modo che la situazione non sia riconoscibile facilmente ed identificabile come "attacco personale". Non conosco né il coro né il direttore e non ho nessun interesse nel denigrare. Ma la Messa è stata pazzesca. Mi fanno ancora male le orecchie.
Un "coro" accompagnato dall'organo elettronico (altrimenti noto in gergo come "pornofono", in America viene definito "burp machine", la macchina dei rutti). Va bene, sempre meglio delle chitarre.
I canti: brutti e cantati malissimo. Quasi tutta roba "gggiovane", a partire dal "Giovane donna" iniziale (la messa era la commemorazione della Madonna addolorata, che all'epoca della Crocifissione avrà avuto 45-50 anni, ma sempre "giovane" nella fantasia dei "giovani" direttori ultracinquantenni deve essere rimasta, perché oggidì l'anzianità è un disvalore).
Seguiva il Gloria di Lourdes cantato con una lentezza esasperante ed una ritmica senza capo né coda.
Dopo il Salmo (ritornello cantato, ma strofe lette – chissà che qualcuno si decida a spiegare qual è il significato del termine greco Ψαλμών e dell’ebraico תהילים!), il secondo lettore ha annunciato la "Lettura [sic!] agli Ebrei", e va beh, tutti possono sbagliare.
Quindi giù per l'alleluia (non ricordo se era Ed oggi ancora o Passeranno i cieli, comunque robaccia, e ovviamente cantare il versetto proprio della Messa è roba da antichi...). Il "dopo il Vangelo": un incredibile "Maria donna del futuro", che mi faceva immaginare la Madonna giungere in tuta spaziale.
All'offertorio l'"Ave Maria" tradizionale. Almeno qualcosa di ascoltabile e cantabile dall'assemblea, anche se per l'offertorio ci sarebbero canti ben più appropriati.
Un "Santo" polifonico che non si capiva bene se era brutto di suo o soltanto cantato male. Propendo per entrambe. Un penosissimo, infantile ed interminabile Magnificàt (accento sulla a, mi raccomando!) in canone allo spezzare. Alla comunione con due cose che non ho riconosciuto (ma in perfetto stile Frisina), canzoncine melensissime, stonatissime (tenori da strapaese alla "ubriacone urlante a squarciagola"), imbarazzantemente brutte, col testo incomprensibile. Gloria, Alleluia e Santo a parte, sono stati i primi canti ed unici non mariani della celebrazione, evviva.
Meno male che alla fine hanno almeno fatto il Salve Regina tradizionale in latino.
Esperienze come queste sono sconsolanti. Fanno perdere del tutto il senso della partecipazione all'Eucarestia, e guidano la mente verso pensieri che in chiesa non dovrebbero venire proprio.
martedì 8 settembre 2009
Sallende ambrosiane
Allego un po' di sallende ambrosiane per la processione dei 12 Kyrie per qualche scadenza di qui a Natale.
In particolare:
- Populum humilem salvum facies Domine
- Pax in caelo pax in terra
- Benedixit te Dominus in virtute sua
- Celebremus diem Sanctorum
- Veni Domine et noli tardare
- Virgo Verbum concepit
martedì 14 luglio 2009
giovedì 2 luglio 2009
giovedì 28 maggio 2009
Politiche abortiste: risultati
Ancora una volta l'aborto, spacciato come beneficio per le donne, si rivela per quello che è: quanto di più antifemminista si possa immaginare.
domenica 24 maggio 2009
Idee di democrazia
Bella definizione.
Viene dunque da chiedersi, è una democrazia questa?
martedì 19 maggio 2009
martedì 10 marzo 2009
Domenica delle palme - rito ambrosiano, nuovo lezionario
Sono i canti proposti dal foglietto della messa. Gli accompagnamenti sono sul Cantemus. Il versetto del canto al Vangelo ed il canto dopo il Vangelo li ho scritti io. Caricherò i relativi accompagnamenti domani.
(Edit: non riesco a caricare gli accompagnamenti. Blogger mi restituisce un errore, nonostante si tratti semplicemente di due piccole immagini gif. Se a qualcuno interessassero mi scriva una nota.)
domenica 8 febbraio 2009
Costituzione della Repubblica Italiana
Art. 27:
Non è ammessa la pena di morte.
Art. 2:
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo
Art. 13:
È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.
Art. 30:
È dovere e diritto dei genitori mantenere [...] i figli [...].
Ora, Napolitando dovrebbe essere il garante della Costituzione. Non sta assolvendo al suo compito.
Napolitano deve essere allontanato dalla carica al più presto.
mercoledì 4 febbraio 2009
Cose belle e meno belle al volgere dell'anno – parte 2
Cose imperdibili (segue):
Lego City e Castelli
Videogame Lego Indiana Jones per PSP
Videogame Lego Batman per PS3
I vecchi intramontabili mattoncini colpiscono ancora. Che siano virtuali o in plastica palpabile, il fascino è indiscusso. Qualcuno sostiene che il divertimento, per i bambini, sia più nel distruggere che il costruire. Indubbiamente questa convinzione è forte negli architetti del software Lego. Sarà, ma ogni volta che disfiamo il frutto delle nostre fatiche, che sia l’aeroporto, la stazione dei pompieri o il veliero degli orchi, a me un pochetto piange il cuore.
Nella versione elettronica, i mattoncini sono stimolanti e non banali. Le difficoltà sono ben variegate e non ci si annoia. Il côté distruttivo supera quello costruttivo, ma tant’è. L’episodio batmaniano è particolarmente divertente, permettendo di impersonare anche i cattivi. Nella modalità cooperativa a due giocatori il divertimento si accresce.
Cronache di un venditore di sangue di Yu Hua
La Cina da un punto di vista interessante. La rivoluzione culturale vissuta dalla gente qualunque. Spiega bene su quali terreni possa attecchire il comunismo: ignoranza, povertà, non aver nulla da perdere sia materialmente che spiritualmente. Racconta di un popolo che si nutre di passaparola surreali, di piazzate, di favori e piccoli privilegi. Il “grande balzo in avanti” e tutte le sciocchezze propugnate dal comunismo (con la sua scala di valori, in cima alla quale sta il grande Mao che va amato sopra ogni cosa) vengono assorbite dalla gente senza illusioni né reazioni, come semplice dato di fatto. L’aspetto che ho trovato più curioso sono i rapporti umani, pre- o post-comunisti che fossero. Rapporti tra genitori e figli, tra coniugi, tra parenti, tra vicini, lavorativi. Nulla di paragonabile a quanto conosciamo noi in Occidente.
La bella addormentata nel bosco (blu-ray) e
Come d'incanto (Enchanted)
La Disney ai soliti livelli. Passano gli anni ed i decenni, ma il riferimento è sempre lì. Inutile commentare un’opera d’arte quale “La bella addormentata”. Due parole sull’edizione blu ray. Spettacolare, non c’è che dire. Di film e cartoni dell’epoca in DVD ne ho visti parecchi, così nessuno. L’avessero realizzato ieri, questo cartone, non ci sarebbero differenze (a parte lo stile dell’epoca, che oggi non è più attuabile, quei livelli non si raggiungono più da parecchio tempo).
Il massimo che si vede ai nostri giorni è comunque notevole. Non c’è più la cura artistica che c’era allora. Oggi è tutto più “commerciale”, non si può uscire dagli schemi del politically correct (non che questo in generale sia sbagliato, ma purtroppo questo a volte sconfina in un relativismo culturale piuttosto inaccettabile). Come d’incanto sembra tentare un’operazione di rottura degli schemi classici. Si tratta di un musical realizzato con tecnica mista cartone animato/film recitato. Prende in giro un intero genere, quello dell’“e vissero felici e contenti”, delle principesse che si innamorano a prima vista del principe azzurro, perfettamente rappresentato dalla Bella addormentata. Gli attori sono grandiosi (tra cui un non-principe-azzurro Patrick Dempsey - il “dottor Stranamore” della sit-com Grey’s Anatomy; una Susan Sarandon che è assai credibile nell’impersonare la regina cattivissima; ed un’eroina Giselle incarnata dalla bravissima e talentuosissima Amy Adams). La colonna sonora è del solito geniaccio di Alan Menken raggiunge livelli da far cadere la mascella in alcune scene, come nella grandiosa coreografia con i giamaicani in Central Park. Ora mi toccherà rivedermelo in inglese, non fosse altro che per sentire la voce narrante dell’ancora attivissima Julie Andrews.
Sweeney Todd (blu-ray)
Tim Burton il sanguinario. Ancora un musical, ancora una colonna sonora con punte memorabili. Il film è geniale, di quelli che restano dentro. Le scene splatter sono veramente eccessive: sgozzamenti, carni umante triturate, grossi insetti nel cibo… eppure ci stanno tutte. Tutto il film è scuro e tetro, tranne una scena luminosissima al mare. La fotografia è sempre mirabile. Bella la ricostruzione della vecchia Londra, belli i ritratti dickensiani di ricchi e poveri, bella la trama, grandi gli attori, tra cui parecchi volti noti, uno dei quali (Timothy Spall) grandioso anche in Come d’incanto, oltre che nei vari Harry Potter (Peter Pettigrew, “Wormtail”). Non spendo parole sul macabro Johnny Depp, burtoniano DOC, che meglio di così non poteva recitare. Azzeccatissima anche la protagonista femminile (Helena Bonham Carter, già timburtoniana con Depp nel bel remake de La fabbrica di cioccolato e presto ancora, sempre con Depp, in Alice in Wonderland, anch’essa è attrice potteriana, che rivedremo presto nei panni di Beatrix Lestrange). E’ tempo che non vedo i due Batman burtoniani, mi sa che è ora di rimetterli sotto.
Batman Begins (blu-ray) e
Il cavaliere oscuro (blu-ray)
Pipistrellus in fabula… (lo so, si dice vespertilio). Parlando di Batman, gli ultimi due episodi sono una svolta interessante. Forse si perde un po’ di poetica, ma con Nolan si guadagna in verisimiglianza e realismo (per quanto ridicoli questi concetti possano sembrare applicati ad un supereroe…). Il primo ha annoiato un po’ di gente, con la faccenda della genesi del supereroe. Non so come. Sull’ultimo, però, i pareri sono univoci. Tutti i protagonisti sono spettacolari (con qualche riserva sull’amica, sostituita rispetto a Begins ma ancora non convincente). Il Jocker riesce a non far rimpiangere Jack Nicholson. Le riprese nel superformato IMAX sono da riferimento, ed il blu ray rende giustizia all’impegno profuso per realizzarle (questa tecnica, finora usata solo per costosi documentari proiettati nei mega lunapark, sta facendo scuola: la stanno usando ora anche per Transformers 2).
Uomini che odiano le donne
La ragazza che giocava col fuoco di Stieg Larsson
Non male. Fosse stato solo per il primo, l’avrei inserito nella sezione seguente, quella delle cose che vale la pena godersi ma non imperdibili. Il secondo, però, ha una marcia in più, che lo mette di diritto nel capitolo degli imperdibili. Entrambi i libri danno la soddisfazione di leggere una trama ben architettata, intricata quanto basta. L’ambientazione scandinava è un po’ fuori dalle nostre consuetudini, il che non guasta. Tutto è improntato ad una morale un po’ fastidiosa per me, quella delle “relazioni liquide”, dove è normale che due persone che si incontrano casualmente finiscano entro breve a letto (a prescinedere dal sesso dei due) e le coppie siano “aperte”. Ma l’autore è abbastanza onesto da non nascondersi le conseguenze che questi comportamenti implichino. Forse però l’ingrediente piccante è uno dei vari componenti fondamentali che fanno della ricetta Larsson un piatto così appetibile per tanti palati. Il tema di fondo di entrambi i romanzi, comunque, non è tanto leggero. Si tratta delle prevaricazioni, di vario ordine e grado: centrali soprattutto quelle sessuali, degli uomini sulle donne. Tema delicato, trattato in modo competente, profondo, non banale. Ottima la caratterizzazione dei personaggi. Su tutti, Lizbeth Salander resta un’eroina eccentrica cui ci si affeziona.
Cose belle ma non bellissime, che comunque valgono il tempo loro dedicato:
Quantum of solace (cinema)
James Bond è sempre James Bond. E’ un mondo a parte, che ho seguito in tutti i suoi capitoli, almeno cinematografici. Non credo di poter essere obiettivo parlando di Bond. Prosegue dove Casino Royale s’era fermato. A tratti è un po’ troppo frenetico e si fa fatica a seguire gli sviluppi delle scene. Lo spettacolo è comunque grande, e a me questo Bond tetro e cupo (caratteristica di moda negli eroi cinematografici del momento) in fondo piace più del Bond solare e sempre inappuntabile dei pur grandissimi Sean Connery e Roger Moore. Lunga vita a Craig-Bond.
La guerra tra vampiri e licantropi. Un’idea che non lascia presagire nulla di buono. Eppure il film è coinvolgente, non fa rimpiangere il tempo dedicato. Decisamente meglio, per stare sul genere vampiri, dei vari Blade. Ambientazioni dark, personaggi maledetti, combattimenti epici, litri di sangue, morphing a gogo. L’intrattenimento c’è, gli attori (in particolare la protagonista) fanno godere gli occhi, la trama non è né banale né scontata.
Kung-fu Panda (blu-ray)
I cartoons targati Dreamworks non mi convincono mai al 100%. il film è divertente ed a tratti ilare. Purtroppo il linguaggio così gergale e la superficialità di una trama che si presta assai poco ad una seconda lettura ne fanno un’opera un po’ banale. I personaggi sono totalmente assurdi, e questo è uno dei pochi pregi di un film che non ha nessun’altra pretesa che il facile intrattenimanto. In questo, però, riesce abbastanza, anche se qualche sbadiglio ogni tanto scappa.
Le cornache di Narnia: il principe Caspian (blu-ray)
Seguito non male, finalmente con una voce ascoltabile per il leone Ashlan. Il primo non mi aveva fatto impazzire, e nemmeno questo. Gli attori non mi convincono fino in fondo. C’è un che di artefaatto che domina questi film. Le relazioni tra i personaggi sono troppo melliflue. La trama è sempre scontata. Non ho letto gli originali di Lewis, prima o poi devo decidermi a farlo. Stando ai film, le metaforse sono troppo esplicite ed improntate ad una visione protestante del cristianesimo, anche se ammetto non è semplice definire da quali elementi precisamente questo traspaia. Di fatto c’è una differenza abissale rispetto alla profondità delle metafore tolkeniane e nella complessità dei loro mondi fantastici.
Il grande capo di Lars von Trier
Originale. Carino, ma non bellissimo. Non c’è opera di von Trier che non sia piena di ideologia, e questa non fa eccezione. Non c’è opera di von Trier che non sia intelligente, e anche qui nessuna eccezione. Questo film è un po’ più “leggero” dei precedenti. Dovrebbe essere una commedia allegra, ed in effetti lo è. Resta di sfondo l’idea che il “capo” sia un essere a sé, diverso dagli altri uomini. Per potersi umanizzare, il capo deve fingere di essere a sua volta dipendente. Strano concetto, qui portato al parossismo.
Curiosissimo è il quadretto dei rapporti Danimarca-Islanda che fa da sfondo. Sembrerebbe che qualche vecchia cicatrice non si sia mai rimarginata. Questo è l’aspetto che più mi ha divertito nel film.
Cose bruttine e deludenti:
Indiana Jones e il teschio di cristallo
La solita saga un po' stupidina. Fondamentalmente inutile, anche dal punto di vista del puro intrattenimento. Non ho mai capito nemmeno il successo dei primi tre episodi, ma questo è ancora più insipido.
venerdì 30 gennaio 2009
Lasciatemi godere
questa assurda situazione)
sabato 24 gennaio 2009
Tolleranza zero
L'islam è un'emergenza mondiale ormai da tempo. Questa religione contiene un carico di violenza terribile, praticata personalmente da Maometto e presente nel testo del suo libro sacro. E' controcorrente e fuori moda dirlo, si passa per intolleranti, per fanatici, per integralisti cristiani, e tutta una serie di epiteti poco simpatici.
I paladini del relativismo culturale e religioso ci propongono amenità quali "tutte le religioni si equivalgono". Alcuni di essi si annidano anche all'interno del clero cattolico.
Scrive don Juan Andrés Caniato:
Io ricordo di aver letto molto tempo fa un editoriale di Enzo Bianchi sulla Stampa nella quale affermava che era giunto il tempo per la Chiesa cattolica di riconoscere ufficialmente il carattere sacro della storia di Maometto e dell'Islam e di avere discusso questa cosa con alcuni confratelli preti, rimediando solo qualche sorrisino compiacente. In effetti la crisi esiste ed ha radici teologiche ormai molto profonde. La Facoltà Teologiche (che, tra l'altro, formano i futuri preti) sono molto più impegnate oggi nel ricercare il fondamento del dialogo interreligioso, che nell'indagare le ragioni della fede cristiana. Io credo che una via d'uscita è quella che [...] deve essere ribadita con maggior forza: una cosa è il rispetto per le PERSONE, altro è il riconoscere l'ISLAM in se stesso come via di salvezza. [...] L'autentica tolleranza è il rispetto per la persona, non per le sue idee (se le sue idee sono sbagliate). Questo è il comportamento di Gesù, che accoglie sempre chiunque, ma chiede di cambiare vita...E preoccupanti sono anche le parole di Magdi Cristiano Allam:
Il nostro Occidente emerge sempre più come un colosso di materialità dai piedi d’argilla perché senz’anima, in profonda crisi di valori, che tradisce la propria identità non volendo riconoscere la verità storica ed oggettiva delle radici giudaico-cristiane della propria civiltà. E’ un Occidente ideologicamente e concretamente colluso con l’avanguardia dell’esercito di conquista islamico che mira a riesumare il mito e l’utopia della “Umma”, la Nazione islamica, invocando il Corano che legittima l’odio, la violenza e la morte, ed evocando il pensiero e l’azione di Maometto che ha dato l’esempio commettendo efferati crimini, come quello che lo vide personalmente partecipe della strage e della decapitazione di oltre 700 ebrei della tribù dei Banu Quraizah nel 627 alle porte di Medina.
[...]Il cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, intervenendo al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini il 25 agosto 2008, nel corso di una conferenza stampa che ha preceduto l’incontro pubblico dal titolo “Le condizioni della pace”, ha ripetuto la tesi da lui già sostenuta in passato, secondo cui le religioni sarebbero di per sé “fattori di pace”, ma che farebbero paura a causa di “alcuni credenti” che hanno “tradito la loro fede”, mentre in realtà tutte le fedi sarebbero “portatrici di un messaggio di pace e fraternità”.
La tesi del cardinale Tauran è che le religioni sarebbero intrinsecamente buone e che quindi lo sarebbe anche l’islam. Ne consegue che se oggi l’estremismo e il terrorismo islamico sono diventati la principale emergenza per la sicurezza e stabilità internazionale, ciò si dovrebbe imputare a una minoranza “cattiva” che interpreterebbe in modo distorto il “vero islam”, mentre la maggioranza dei musulmani sarebbe “buona” nel senso di rispettosa dei diritti fondamentali e dei valori non negoziabili che sono alla base della comune civiltà dell’uomo.
La realtà oggettiva, lo dico con serenità e animato da un intento costruttivo, è esattamente il contrario di ciò che immagina il cardinale Tauran. L’estremismo e il terrorismo islamico sono il frutto maturo di chi, a partire dalla sconfitta degli eserciti arabi nella guerra contro Israele del 5 giugno 1967 che ha segnato il tramonto dell’ideologia laica, socialista e guerrafondaia del panarabismo, innalzando il vessillo del panislamismo ha voluto essere sempre più aderente al dettame del Corano e al pensiero e all’azione di Maometto. La verità, dunque, è che l’estremismo e il terrorismo islamico corrispondono genuinamente al “vero islam” che è un tutt’uno con il Corano che a sua volta è considerato un tutt’uno con Allah, opera increata al pari di Dio, così come corrispondono al pensiero e all’azione di Maometto.
Alla radice del male non vi è dunque una minoranza di uomini “cattivi”, responsabili del degrado generale, mentre le religioni sarebbero tutte ugualmente “buone”. La verità è che le religioni sono diverse, mentre gli uomini – al di là della fede e della cultura di riferimento - potrebbero essere accomunati dal rispetto di regole e di valori comuni. La verità è che il cristianesimo e l’islam sono totalmente differenti: il Dio che si è fatto uomo incarnato in Gesù, che ha condiviso la vita, la verità, l’amore e la libertà con altri uomini fino al sacrificio della propria vita, non ha nulla in comune con Allah che si è fatto testo incartato nel Corano, che s’impone sugli uomini in modo arbitrario, che ha legittimato un’ideologia e una prassi di odio, violenza e morte perseguita da Maometto e dai suoi seguaci per diffondere l’islam.
La verità, lo dico sulla base dell’oggettività della realtà manifesta e della consapevolezza legata all’esperienza diretta, è che non esiste un “islam moderato”, così come invece ha sostenuto lo stesso cardinale Tauran, mentre certamente ci sono dei “musulmani moderati”. Sono tutti quei musulmani che, al pari di qualsiasi altra persona, rispettano i diritti fondamentali dell’uomo e quei valori che non sono negoziabili in quanto sostanziano l’essenza della nostra umanità: la sacralità della vita, la dignità della persona, la libertà di scelta.
Questo duro testo è in una lettera che Allam ha inviato pochi mesi fa a papa Benedetto XVI. Assieme al testo citato precedentemente, è disponibile (per chi è iscritto a facebook) a questo indirizzo: http://www.new.facebook.com/topic.php?uid=10021318183&topic=6063. Non si può certo dire che Allam l'islam non lo conosca bene. I segni sono inequivocabili. Le recentissime mobilitazioni di massa che hanno visto migliaia di islamici radunarsi sui sagrati di varie chiese, tra cui il duomo di Milano, sono secondo Allam delle prove generali, per contarsi. Prove riuscite benissimo.
Una recente proposta di Fini, persona che a me piace pochissimo per varie uscite che ha avuto negli ultimi anni, vorrebbe che nelle moschee italiane almeno le prediche fossero pronunciate in italiano. Sembrerebbe una proposta talmente ovvia da chiedersi perché non ci sia pensato prima, invece i soliti benpensanti islamicamente corretti stanno protestando. Ne ho sentiti vari, in questi giorni, telefonare a Prima Pagina, sostenendo che è una proposta ingiusta che viola i diritti e le libertà dei mussulmani, supportati dalla conduttrice Sara Menafra del Manifesto. Costei, in particolare, è arrivata a dire che è incoerente la Chiesa poiché il vescovo di Bologna si è detto d'accordo con questa proposta, mentre il papa ha reintrodotto il latino riabilitando la messa della messa tridentina. Incurante, ovviamente, che l'omelia nella messa tridentina si pronuncia nella lingua del popolo (le preghiere e le letture, nelle celebrazioni islamiche, resterebbero ovviamente in arabo e nessuno si sogna di chiedere il contrario); incurante, ovviamente, del fatto che la liturgia tridentina non è certo praticata nelle messe comuni cui assiste la stragrandissima parte del popolo cattolico.
Questa gente, i relativisti italiani, è forse più insidiosa degli stessi islamici, trasformandosi in temibile cavallo di Troia. Sono i paladini della "tolleranza". Io concordo con Allam: a casa mia voglio accogliere, non tollerare. Ma perché li possa accogliere, gli ospiti devono conformarsi a delle regole di minima civiltà (non c'è bisogno che si convertano al cattolicesimo, ma devono essere "rispettosi dei diritti fondamentali e dei valori non negoziabili che sono alla base della comune civiltà dell’uomo"), altrimenti li sbatto fuori a calci.
venerdì 9 gennaio 2009
Cose belle e meno belle al volgere dell'anno – parte 1
Le vacanze sono ormai giunte al fine. Complessivamente il bilancio è molto positivo.
Tralasciando la parte più importante, quella relativa agli affetti personali, mi dedicherò alle “belle cose” più materiali che mi hanno rallegrato queste settimane. In buona parte si tratta di fenomeni supercommerciali: rifuggo come sempre dagli atteggiamenti snobistici. Non tutte sono cose particolarmente nuove. Elenco solo quelle che ho letto/visto/ascoltato/usato per la prima volta.
Cose imperdibili:
LittleBigPlanet
Un gioco innovativo per la PS3, destinato a rivoluzionare il mondo dei videogames. Guidando il nostro sackboy (un pupazzetto di stoffa che possiamo abbigliare e decorare come vogliamo), esploriamo in perfetto stile platform game un mondo fantastico ed accattivante, colmo di suggestioni. Si può giocare cooperativamente fino in quattro, e giocarci con i bambini è un vero spasso. E’ superintegrato in internet e c’è la possibilità di creare ricchissimi ambienti da condividere e far giocare online agli altri giocatori sparsi per il mondo. La grafica è rivoluzionaria, fatta tutta di elementi e materiali del mondo reale trasformati. E’ un gioco che ha creato in me un po’ di dipendenza.
Cito quale curiosità l’incidente che ne ha ritardato l’uscita di qualche giorno: una canzone conteneva un testo in libanese tratto dal Corano, il che è stato sufficiente a costringere i produttori, per evitare l’ira dei mussulmani, a ritirare centinaia di migliaia di copie in blu-ray già stampate e distribuite ai grossisti.
Desperate Housewives, stagione 4
Serie che ha mostrato un nuovo slancio. Dopo una prima stagione esplosiva, un leggere calo nella seconda, un calo ancora maggiore nella terza, ecco riesplodere il fenomeno, grazie all’apporto di una grande linfa vitale. L’autore sembra gettare ogni remora dovuta probabilmente in passato ad una ricerca di minima plausibilità. Qui, invece, assistiamo ad un impianto più sudamericano, con trame intircate che includono omicidi tentati e riusciti, spettacolari uragani meteorologici e sentimentali, ragazzine psicocriminali e madri che occultano il cadavere del figlio, belle facce oneste che si rivelano drogati dipendenti dai farmaci e una protagonista che affronta niente di meno che un tumore (argomento altrimenti tipicamente tabù), omosessuali dipinti come plausibili antipatici bastardi anziché i soliti simpaticoni eccentrici della TV (l’autore della serie è omosessuale e può permettersi di farlo). I momenti topici sono tantissimi ed i cali pochissimi. La serie è emotivamente coinvolgente come poche altre, e temi quali religione, malattia, rapporti famigliari (coniugali e parentali), omosessualità, politica vengono trattati in modo alquanto non-convenzionale, originale e brillante. La puntata dell’uragano a mio parere è degna di entrare nella storia della televisione.
Purtroppo la serie è rovinata da una chiusa precipitosa, fenomeno che ha compromesso anche altre serie nello scorso anno (ho in mente in particolare la terza stagione di Prison Break). Il famoso sciopero degli screenwriters ha fatto dei bei danni. Troppi fili si ricongiungono a cascata nella doppia puntata finale. Da notare l’ennesima pessima presentazione della RAI, in seconda serata e con un ritardo esagerato (un anno dopo la trasmissione su Sky), e con una cadenza variabile (martedì, poi qualche volta il venerdì, …). Per fortuna in Inghilterra è disponibile il cofanetto di DVD (che ha pure l’audio italiano), che ho prontamente acquistato e mi ha permesso di non essere succube dei capricci RAI.
Locoroco 2
Gioco per la PSP. Anche qui, il rischio di cadere in dipendenza è elevato. Il genere è ancora il cosiddetto “platformer”: ci sono vari “quadri” da esplorare, dove si devono raccogliere oggetti e risolvere enigmi per proseguire. Sembrava un genere in declino, soppiantato da altre tendenze: dapprima dai mondi virtuali ipercomplessi dei FPS (first person shooters), dove le ambientazioni sono tridimensionali e si punta al massimo del realismo cinematografico, le sessioni di gioco sono piuttosto lunghe e le trame intricate. Poi c’è stata la fase degli RPG (role playing games), dove la complessità è ancora più grande, si devono gestire una miriade di parametri attrezzando il personaggio di caratteristiche fisiche, psichiche, armamenti e poteri magici molto dettagliati e sofisticati. Infine c’è stata la reazione di rottura, quella il cui emblema è il Wii: da giochi di una complessità e dimensione enormi si è tornati a giochi ipersemplificati, dove la grafica è elementare, si capisce tutto immediatamente ed in pochi secondi si è in grado di divertirsi, come era ai vecchissimi tempi dei primi ping pong elettronici. Sto ovviamente semplificando: in realtà tutti questi mondi sono ancora vivi e vegeti, e convivono abbastanza pacificamente (a parte l’esaltazione dei vari “fanboys”, che esaltano questa o quella console e questo o quel genere, pretendendo ridicolmente di essere gli unici “hardcore gamers” che hanno capito tutto). Ogni genere, ogni console ha il suo pubblico di riferimento e c’è spazio per tutti. Il Wii è perfetto per il pubblico superoccasionale, la PS3 e l’X-Box sono per un pubblico più esigente, la PSP e il DS sono perfetti per l’uso nei ritagli di tempo, ovunque ci si trovi. Non sono rare le persone che posseggono più di una console.
Ho divagato un po’, torniamo ora al nostro Locoroco. Platform game, dicevo, ma piuttosto intricato. Ci si prende immediatamente la mano, avvicinandoci alla guida del nostro plastico e rimbalzoso pallino (il locoroco) alla ricerca dei suoi amici con i quali si unirà ingrandendosi ogni volta. In ogni coloratissimo quadro si devono unire 20 lochirochi, evitando varie insidie, in genere governate dal cattivo Bonmucho che con i suoi Moja sporca il mondo fantastico delle simpatiche talpine Mui Mui. In perfetto stile giapponese, il tutto è accompagnato da musichette accattivanti e divertenti, che spesso diventano anche protagoniste del gioco. Ci sono vari spunti umoristici e si gioca quasi sempre col sorriso. Ben presto, però, ci si rende conto che il mondo di Locoroco non è semplicissimo come appariva, ed i compiti che dobbiamo svolgere sono tanti e variegati, e spesso niente affatto semplici. Bravi gli sviluppatori, davvero, sotto parecchi punti di vista. Bella la grafica, bello lo stile, bella la giocabilità, bella la trama, bella la musica, belle le idee sulle meccaniche che regolano i vari quadri. 10/10, imperdibile.
Ortone e il mondo dei Chi
(Horton Hears a Who)
“A person's a person, no matter how small!” Ogni tanto capita un film non sotto vuoto spinto. Il libro è stato scritto negli anni 50 dal mitico Dr. Seuss (l’autore del Grinch e di Ratatouille) e la penna potente si fa sentire! L’arrogante cangura trascinatrice di folle, al grido di “se non puoi vedere qualcosa, non esiste!”, cerca di distruggere un intero minimondo (anch’esso frequentato in buona parte da scettici che non credono nell’esistenza del mondo più grande). L’elefante Ortone, “fedele al 100%”, è pronto a sacrificare completamente e disinteressatamente se stesso, pur di salvare questo mondicino e le sue minuscole personcine, collaborando con il piccolo sindaco dei Chi.