Non ci posso credere. Forse si (ri)parlerà del Doctor Who anche in Italia!
Essendo un fan delle gesta del mitico dottore, della cui incarnazione bakeriana i pochissimi episodi trasmessi dalla RAI nel 1980 quando avevo 12 anni mi hanno segnato per sempre, sono un po’ combattuto nel giudicare la notizia.
Pur essendo una saga più che popolare nella perfida Albione, dove grandi e bambini considerano parte del rito guardarla strappandosi i “crackers” nel Christmas Eve, qui da noi è diventata una serie super-iniziatica, oltre che cripto-cult. La notizia della massificazione ha dunque per me il sapore della profanazione. Delle incarnazioni del nuovo millennio posseggo i tre (carissimi!) cofanetti già editi, procurati dall’Inghilterra (il primo procurato con espedienti al limite del maramaldesco, di cui un po’ mi vergogno, gli altri acquistati da Amazon UK). Ho già assaporato la series one, centellinandola. Splendida. Ora devo prendere il coraggio di “consumare” anche le altre.
E’ incredibile come la BBC sia riuscita a produrre qualcosa di così fenomenale. Sono riusciti a rinnovare una serie addirittura antecedente Star Trek, che procede inossidabile dagli anni sessanta (con una pausa negli anni '90), rinnovandone tutti gli stereotipi senza scontentare i vecchi fans. Il fascino tutto British, jamesbondianamente uk-centrico, è lì, intatto. Bastano 10 secondi per capire che abisso separi questa serie da qualunque - pur magnifica - serie americana. Humor, paradossi, background filosofico, rapporto tra i sessi e le culture altre. A volte il messaggio sotteso è lontanissimo dalle mie idee, eppure come non ammirarne l'esposizione?
Mostri “molli” da fantascienza anni ’50 e robot fustini-dixan che lanciano raggi disintegratori oppure succhiano l’avversario a morte con una ventosa. E’ da vedere per credere. Ed alla fine di ogni episodio ti ritrovi a bocca aperta e, quando riprendi coscienza, esclami “Wow!”
Davvero gorgeous; anzi, come direbbe il dottore, “fantastic!”. Come immaginare qualcosa del genere apparire sugli schermi che di solito sciorinano serial come “la squadra”, l’umorismo becero di Zelig e l’intelligenza acuta di Simona Ventura? E le battute fatte di giochi di parole ed allusioni tradotte in una lingua estranea come l’italiano?
Staremo a vedere quale successo avrà. Non mi piace fare la Cassandra, ma prevedo il solito disastro all’italiana.
doge
-
DOGECome ci ha insegnato Keynes, i cicli economici si combattono con le
politiche anticicliche. Di solito, quando arriva la recessione si alza la
spesa go...
3 giorni fa
2 commenti:
Sono triste perchè non riesco più a vedere nessun telefilm, per quanto un coro unanime dica che lì dentro c' è il meglio della TV di oggi.
Ti giuro, è così, non so da cosa dipenda.
Non ti dico cosa guardo ora in tv perchè mi vergogno.
Eppure a suo tempo sono stato un buon consumatore di telefilm. Il loro ricordo per me è importante (a proposito di humor inglese mi viene in mente Billy il bugiardo, George e Mildred...).
Al punto che, ormai parecchi anni fa, ai tempi gloriosi del primo e-mule, la mia caccia d' apertura l' ho dedicata alle sigle dei telefilm (c' ho riempito 2 cd, e considera che non oltrepassano mai il minuto - minuto e mezzo).
Sono sostanzialmente d'accordo: il meglio della tv è oggi nei telefilm. Sarei anche tentato di spingermi un po' oltre. Certi serials rivaleggiano in qualità con le migliori produzioni cinematografiche. In genere c'è la tendenza ad un calo man mano che le stagioni si susseguono, poiché anche con le migliori idee è difficile sostenere le invenzioni narrative per 100 episodi di 45 minuti... Tuttavia in complesso ti posso citare serials come 24, Prison Break, Alias, Desperate Housewives dove il livello, pur non costante, viene sostenuto abbastanza bene nel seguirsi delle varie stagioni. Nota che questi telefilm sono strutturalmente ben diversi da quelli che citi, della nostra gioventù. Pur trattandosi anche oggi sostanzialmente un genere disimpegnato (ma quanto cinema e quanta narrativa comunque lo è!), le vicende sono più complesse, intricate, consecutive. Gli episodi vanno visti in ordine e possibilmente senza saltarne nessuno.
Questa rivoluzione formale ha avuto inizio con Twin Peaks che, com'è noto, aveva un padre proveniente dal mondo del grande schermo.
La mia condizione, che conosci, mi ha spinto a questo genere, che frequentavo meno quando arrivavo meno alla sera stanco e con più tempo e possibilità di concentrazione a disposizione. Oggi mi è praticamente impensabile vedere un film in una sera. Spesso non ne bastano due. Il format delle serie è perfetto invece per i tempi che abbiamo a disposizione. Dunque, di necessità virtù.
Se vuoi approcciarti, ti sconsiglio di farlo via RAI o Mediaset. Il modo migliore sono i cofanetti di dvd. Non hai interruzioni pubblicitarie, stabilisci tu i tempi e, soprattutto, non sei sottomesso ai capricci delle reti, sempre pronte a cambiare la sera di un programma all'ultimo minuto per una partita di calcio o qualunque altra sciocchezza. Se vuoi ti posso prestare qualcosa.
Per me ho in caldo, oltre alla 2a e 3a stagione del Doctor Who, anche la serie Band of Brothers, prodotta da Spielberg, della quale ho letto recensioni monocordemente entusiastiche.
Posta un commento