A parlare è Fulvio De Nigris, padre di un bambino, Luca, dalla vita travagliata, che valeva la pena di essere vissuta.
... ma vorrei farti riflettere sull’impatto che sull’opinione pubblica sta avendo non solo la vicenda di Eluana, ma il comportamento del padre Beppino Englaro che nel portare avanti la sua legittima battaglia occupa i media senza reale contradditorio, chiedendo da un lato silenzio sulla sua vicenda e dall’altro - attraverso il libro, le interviste e i pubblici interventi - invitandoci sempre più ad entrare nella stanza attorno al capezzale della figlia. Questo, credo, è inaccettabile intanto perché non c’è spazio per stare tutti in quella stanza (anche se in questi anni è diventata grande, molto grande), ma anche perché rimangono di fatto fuori le famiglie di chi invece in stanze simili, molto più piccole, molto meno illuminate, vivono, sperano e combattono tutti i giorni nel resto d’Italia.
L’11 novembre si deciderà sulla sorte di Eluana. Ma non dobbiamo appiattirci sulla dua vicenda, non dobbiamo controbattere a Beppino Englaro. Ma perchè fino a poco tempo fa ci invitava al silenzio sulla sua vicenda e oggi ha fatto un passo avanti come personaggio, scrittore, opinion leader, attore e chissà cos’altro ancora? E’ una sua scelta personale, legittima, ma non comprensibile, che sposta il problema, lo devia.
E’ un po’ la “misdirection” degli illusionisti che per compiere il loro trucco sviano l’attenzione su qualcosa d’altro. Ma questo non è un gioco di prestigio. Qui si gioca con la vita delle famiglie e delle persone che vivono in questo stato. Su questo campo di battaglia (che è lo stesso di Eluana) bisognerebbe decidere, ancora prima che del diritto alla vita, del diritto alla cura e all’assistenza, alla ricerca, alla nascita di centri di eccellenza, all’integrazione sociale delle persone con gravi disabilità. Di questo dovremmo parlare. E non lo si può fare solo, o soltanto, con l’aspetto teologico o filosofico, dove le migliaia di persone che in Italia vivono in stato vegetativo (con il corollario della rete di assistenza professionale, affettiva e amicale che l’attornia) diventano una semplice citazione a margine. Non è così. E’ possibile che il dibattito si riduca sempre alla “dignità del morire bene” e non piuttosto alla “dignità di garantire l’assistenza alle famiglie” che vivono situazioni di disagio anche economiche? Quale libertà lo Stato deve garantire?
In ogni caso non è accettabile che tutta la trasmissione di ieri sera si riassuma nelle ultime parole del padre di Eluana: “Il processo del morire è stato interrotto, ora la natura faccia il suo corso”.
Caro Lerner, l’ultimo tabù di questa società non è la morte ma è invece la vita, come viverla e come accettare chi la vive, o dovrebbe viverla, insieme a noi.
Importante anche quanto ci scrive Mimmo (intervento #43):
Nel frattempo vi indico alcuni dati certi (letto dalla stampa di
oggi). L’indagine effettuata dalla famiglia Crisafulli, http://www.salvatorecrisafulli.it/ (eseguita solo sui disabili e loro famiglie), perchè solo su di essi deve essere fatta.
Attesta con certezza, che su 923 DISABILI IN STATO VEGETATIVO E SIMILARI, che vivono lo stesso dramma di Eluana Englaro (anche peggio essendo nelle proprie case) hanno dichiarato, il 99,9% che sono TOTALMENTE CONTRARI ALL’EUTANASIA, pertanto le indagini e il sondaggio che viene fatto da Giornali Nazionali, non corrispondono al vero. Maggiori dettagli, nei prossimi giorni verranno riportati nel sito sopra riportato, dichiarando addirittura che i dati saranno inviati al Governo.
Infine riporto un'altra testimonianza, sempre dallo stesso blog. A parlare è Cesare Lia.
Non critico la decisione di Beppino Englaro e mi guarderei bene dal condannarlo. Egli reputa, da buon padre di famiglia, sia quella la soluzione del problema di sua figlia.Con la mia esperienza mi permetta di dire che non è così. Per conoscere perfettamente le condizioni di Eluana, occorre vivere quotidianamente accanto a lei. I medici che seguono mia figlia chiedono a noi, quando la visitano, quali sono le sue evoluzioni sul piano fisico (ma quelle sono evidenti) e sul piano psichico. Eppure ho fior di medici dal rianimatore prof. Gismondi, conosciuto nel mondo anche dagli anestesisti che partecipavano alla sua riunione, al prof. Saltuari Neuropsichiatra di Hoczirl. La verità è che i medici solo ora cominciano a trattare questa materia ed ancora brancolano nel buio.
Allora, quello che contesto è che Beppino nè i medici sanno se la povera Eluana capisce, elabora, nella sua mente decide. Hanno provato a raccontarle una barzelletta ed a ripeterla a distanza di un anno? Io con mia figlia ho provato e lei, appena apro bocca, a distanza di 15 anni, ride. Se a mia figlia faccio vedere un film di Totò, ride al punto giusto. Quindi, significa che comprende e significa che è capace di decidere sia pure nel suo silenzio. L’esame che certamente di tanto in tanto fanno ad Eluana dice che il suo cervello è piatto?
Allora elabora, allora ragiona! Non comunica ma ragiona. Ebbene, ammesso pure che quando Eluana era sana, come d’altronde è accaduto a mia figlia, abbia scientemente o non detto "io preferirei morire", oggi quella sua affermazione, a distanza di 16 anni, nella nuova situazione è ancora condivisa. Come fa un altro, sia pure suo padre, a scegliere per lei? Lei manderebbe sulla sedia elettrica o di fronte ad un plotone di esecuzione un uomo del quale non ha certezza che sia colpevole? Lei, come io, non lo manderemmo neppure se fossimo certi della sua colpevolezza!Allora si tratta dello "status" in cui Eluana si trova. Anche io vorrei tornare a vedere mia figlia sgambettare per le strade. Era una ragazza che, dopo aver letto una sola volta il trattato di diritto privato, aveva superato presso l’Università di Bologna l’esame con un ottimo voto. Eppure, interrogata da me, che pensavo ad un colpo di fortuna, mi accorgevo che ricordava a menadito tutti gli istituti giuridici, quando io quel testo, ai miei tempi, avevo dovuto studiarlo ben cinque volte (ovviamente ero somaro). Se questo è il problema, le dico che non tutti gli alberi crescono dritti, non tutti gli uomini sono belli, non tutti vincono il gran premio di formula 1, eppure si accontentano di come sono.
Perchè escludiamo che Eluana possa essere contenta nella situazione in cui si trova? Mia figlia lo è e me lo ripete con lo sguardo quando la interrogo e, quando dico che mi comporterò come Beppino Englaro, mi fa gli occhi languidi, tanto che io piango per lei ed anche per Eluana. E’, comunque, certo, che Beppino può decidere come vuole ma, prima che sia staccato il tubo dell’alimentazione, pensi che, a distanza di 16 anni, sua figlia può aver cambiato nel suo intimo opinione, e voglia continuare a sentire il calore di suo padre e di sua madre fin quando il Signore lo vorrà.
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